L’incontinenza urinaria è la perdita della capacità di trattenere l’urina, chiamata continenza, ed è legata a malfunzionamenti della vescica
L’incontinenza urinaria è un disturbo che vede come protagonisti le vie urinarie e i nervi che le mettono in contatto con il cervello. Per questo motivo per capire i meccanismi che portano all’incontinenza urinaria è utile sapere quali sono le “parti” anatomiche chiamate in causa.
Normalmente la capacità/volontà di trattenere l’urina (chiamata “continenza”) o di svuotare la vescica è il risultato di un equilibrio tra azioni “volontarie” e “involontarie” dei nervi che agiscono sulla muscolatura presente nella vescica.
La vescica è una specie di serbatoio in cui si raccoglie l’urina prodotta dai reni; quest’organo è una specie di sacca con una forma che ricorda un po’ quella dell’imbuto, con una parte inferiore chiamata “collo vescicale” che viene chiusa o aperta grazie ad un muscolo particolare che si chiama “detrusore”, consentendo l’accumulo o la fuoriuscita dell’urina. Questo indica quindi che la vescica non è semplicemente un contenitore “passivo”, ma svolge anche la funzione attiva di “pompa” per espellere l’urina quando questa inizia ad accumularsi troppo. Quando difatti la vescica si riempie considerevolmente di urina (circa 200 ml, equivalente a 1/3 della sua capacità massima) le sue pareti vengono compresse e stirate fino a generare stimoli nervosi che vengono inviati al cervello; a sua volta il cervello – in risposta a questi stimoli – impartisce di riflesso al muscolo detrusore della vescica l’ordine di contrarsi, aprendo il collo vescicale e favorendo lo svuotamento della vescica. A seconda che le condizioni lo consentano o meno, l’individuo può a sua volta contrarre o rilasciare consapevolmente i muscoli che circondano l’uretra – ossia il canale all’interno del pene o della vagina che veicola l’urina dalla vescica all’esterno – consentendo quindi l’espulsione o il trattenimento dell’urina; questa decisione di urinare o di trattenere l’urina è volontaria, tant’è che il flusso di urina può essere interrotto volontariamente contraendo i muscoli dell’uretra.
Pertanto, sia nel maschio che nella donna la continenza urinaria è fisiologicamente affidata a 2 muscoli: il detrusore, ossia il muscolo presente nella vescica non controllato dalla volontà, e la muscolatura dell’uretra che è invece sotto il controllo nervoso volontario.
Alla continenza partecipano tuttavia anche altri muscoli della parte bassa dell’addome, che formano il cosiddetto pavimento pelvico.
L’incontinenza urinaria si verifica quindi quando per esempio la chiusura del collo vescicale è insufficiente o se la muscolatura che circonda la vescica è iperattiva e si contrae involontariamente e all’improvviso, favorendo la fuoriuscita indesiderata e involontaria di urina.
Fonti
Arya NG et al. Clin Anat 2017; 30 (3): 373-384.
Pradidarcheep W et al. Handb Exp Pharmacol 2011;202:117-148.
Sam P et al. StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2018-14 febbraio 2018.
Per approfondire il tema dell’incontinenza urinaria:
Riferimenti
Questa iniziativa, che rientra nel progetto di “disease awareness” intitolato ”riAttiva il controllo”, e realizzato con il supporto non condizionante di Medtronic, si pone come obiettivo la sensibilizzazione sull’incontinenza urinaria, patologia che tende a colpire più frequentemente le donne e il cui sintomo principe è la perdita di urina involontaria e indesiderata in momenti e luoghi inappropriati, rappresentando quindi un rilevante problema igienico e sociale per le persone adulte.
L’incontinenza ha ripercussioni negative anche sul benessere psicologico, causando calo o perdita dell’autostima, senso di vergogna, imbarazzo e inadeguatezza che esitano con la tendenza delle persone che ne soffrono ad isolarsi socialmente. Questi sono anche i motivi per cui gli individui che sono affetti da questa patologia tendono a non parlare col proprio medico e a trascurare il problema:
non a caso solo 2 donne su 5 si rivolgono al medico; ne consegue che l’incontinenza urinaria è certamente una patologia sottostimata in termini di incidenza e condizione sanitaria.