La disfagia è un fenomeno tutt’altro che raro e può manifestarsi con l’invecchiamento, soprattutto in caso di patologie neurologiche (la “disfagia neurogena”, rappresenta il 90% di tutte le disfagie), ma anche dopo interventi chirurgici che interessano il primo tratto dell’apparato digestivo.
Si stima che la difficoltà a deglutire correttamente riguardi in Italia circa 6 milioni di persone, con punte del 20% sopra i 50 anni, del 45% tra gli over 75 e del 60% negli anziani più fragili.
Si tratta di un disturbo della deglutizione che si manifesta quando si ha difficoltà nel transito del bolo alimentare, sia solido che liquido, dall’oro-faringe all’esofago oppure tra esofago e stomaco.
In particolare, l’alterazione può colpire una o più delle quattro fasi della deglutizione.
Le fasi della deglutizione
Per comprendere la disfagia, è importante sapere che esistono diverse fasi della deglutizione. Queste sono, in sintesi:
– preparazione orale, fase che comprende tutte le modificazioni di consistenza, viscosità, temperatura e dimensioni del cibo introdotto nella bocca;
– stadio orale, inizia quando la lingua spinge il cibo (bolo) verso la parte posteriore della bocca (faringe);
– stadio faringeo, durante il quale si chiude in automatico la laringe (l’organo deputato all’emissione dei suoni), per impedire al cibo e ai liquidi di penetrare nelle vie aeree superiori e nei polmoni e di scendere invece nell’esofago;
– stadio esofageo, grazie al quale il bolo giunto nell’esofago viene spinto verso lo stomaco.
I sintomi della disfagia
I sintomi della disfagia sono molteplici, non sempre presenti contemporaneamente:
- difficoltà a trattenere il cibo o la saliva all’interno della bocca,
- senso di soffocamento, tosse e/o necessità di schiarirsi spesso la voce, soprattutto in coincidenza con la deglutizione
- residui alimentari in bocca e possibile rigurgito di cibo dalla bocca o dal naso
- voce gorgogliante, che a volte rende complesso comprendere le parole di chi ne soffre
- febbre
- risveglio notturno per eccessi di tosse e soffocamento
- difficoltà respiratorie o calo della saturazione durante o subito dopo i pasti (la saturazione è la concentrazione di ossigeno presente nel sangue ed è un parametro misurato dall’infermiere, ma sono in commercio saturimetri per uso domiciliare)
- perdita di peso non spiegata (per ridotta assunzione di cibo).
Le conseguenze più severe della disfagia
I casi più complessi possono portare a conseguenze severe, quali:
- polmonite ab ingestis, perché il cibo può essere aspirato nella trachea e si possono sviluppare così patogeni nelle vie respiratorie
- forte impedimento nel mangiare e bere in modo corretto, che comporta malnutrizione e disidratazione anche gravi. In questi casi si ricorre a una speciale dieta semiliquida, fino al sondino naso gastrico o alla PEG.
Per approfondire:
Riconoscere e gestire la disfagia
Cos’è la disfagia
La cura della disfagia: dalla diagnosi alla terapia
Difficoltà di deglutizione e disfagia: i consigli pratici
Quando disfagia e deglutizione si complicano