L’epilessia è definita dall’Istituto Superiore di Sanità come un disordine cronico del cervello caratterizzato dal ripetersi di crisi (le crisi epilettiche), di solito di breve durata (alcuni secondi o pochi minuti). Tali crisi possono manifestarsi con alterazione dello stato di coscienza e/o con movimenti involontari che riguardano una sola parte del corpo (crisi parziale motoria). In alcune forme possono verificarsi anche crisi generalizzate che riguardano l’intero corpo causando la perdita della coscienza e, a volte, la perdita del controllo degli sfinteri.
Le forme dell’epilessia
L’epilessia può essere primaria, quando non si associa a danni (lesioni) del cervello, oppure secondaria o sintomatica, quando è invece associata a lesioni cerebrali conseguenti a patologie, come tumori, malformazioni, eventi infiammatori avvenuti nel passato, anomalie dello sviluppo, e così via.
I sintomi dell’epilessia
Le crisi epilettiche possono colpire qualsiasi attività cerebrale. I sintomi possono essere molteplici, ma nella maggior parte dei casi il paziente tende ad avere lo stesso tipo di disturbi. Possono verificarsi:
- stato di confusione temporanea
- sguardo perso a fissare un punto
- contrazione prolungata dei muscoli della schiena e del tronco con opistotono, contrattura dei muscoli respiratori, degli arti (con flessione delle braccia ed estensione delle gambe) e del capo (con mandibola serrata che spesso provoca lesioni della lingua)
- mioclonie delle braccia e delle gambe
- perdita di coscienza
- sintomi psichici.
Le crisi epilettiche possono essere focali, con alterazione o perdita di coscienza o senza ma con alterazione delle percezioni, oppure generalizzate, quando coinvolgono l’intero cervello.
Le cause dell’epilessia
Nella metà delle persone che soffrono di epilessia non è possibile identificare una causa, mentre nei rimanenti la malattia è riconducibile a diversi fattori, tra cui:
- fattori genetici,
- traumi alla testa,
- malattie del cervello (come, ad esempio, tumori, ictus e malformazioni),
- malattie infettive che interessano il cervello (ad esempio, meningite, AIDS ed encefaliti),
- danni perinatali,
- disturbi dello sviluppo (come autismo e neurofibromatosi)
- disturbi metabolici o elettrolitici
- ipertermia (le convulsioni febbrili colpiscono sino al 10% dei bambini sotto i 6 anni per poi scomparire negli anni).
Le terapie
Fortunatamente, la ricerca ha fatto enormi passi avanti: le attuali opportunità terapeutiche disponibili permettono di controllare completamente oltre il 70% delle epilessie primarie. Per quelle secondarie, ovviamente, dipende dalla causa scatenante.
Per ulteriori informazioni:
L’epilessia
L’epidemiologia dell’epilessia
I 13 consigli per il paziente con epilessia
L’attacco epilettico: la prevenzione e i consigli per il caregiver
Bibliografia
- ISS.
- World Health Organization. Neurological disorders: public health challenges. WHO Press, World Health Organization, 20 Avenue Appia, 1211 Geneva 27, Switzerland, 2006.
- WHO. Epilepsy
- Thurman, D.J., et al., Standards for epidemiologic studies and surveillance of epilepsy. Epilepsia, 2011. 52 Suppl 7: p. 2-26.
- Hauser, W.A., J.F. Annegers, and L.T. Kurland, Incidence of epilepsy and unprovoked seizures in Rochester, Minnesota: 1935-1984. Epilepsia, 1993. 34(3): p. 453-68.
- Conferenza stampa in occasione della giornata mondiale dell’epilessia della Società Italiana