“La termoablazione è una procedura mininvasiva. L’accesso avviene attraverso un’incisione di pochi millimetri sulla cute; superati i tessuti molli con tecnica mininvasiva percutanea standard, la procedura utilizza un lungo ago al cui apice vi è una sonda in grado di generare attorno a sé un’onda termica di dimensioni e temperatura controllate. L’ago – spiega Mauro Campello, Primario di Neurochirurgia presso l’Ospedale Bianchi Melacrino, Reggio Calabria – viene indirizzato verso il centro della lesione ricorrendo, per una precisa collocazione, agli usuali sistemi di repere intraoperatorio (laddove necessario anche sistemi di neuronavigazione).
Una volta raggiunta la posizione, la sonda provoca uno shock termico dall’azione citotossica, cioè dannosa per le cellule tumorali circostanti. I tessuti malati vanno così in necrosi, cioè “muoiono”all’interno del volume di efficacia di quella specifica sonda al settaggio ritenuto più opportuno. Il sistema prevede anche la possibilità di un circuito di raffreddamento, per evitare che i tessuti circostanti possano essere danneggiati durante l’intervento. Una specie di “centralina” gestisce la somministrazione dell’energia e la verifica della temperatura raggiunta. La termoablazione è una tecnica promettente nel contribuire al controllo della malattia metastatica spinale; uso il termine “contribuire” perché la termoablazione può utilmente essere seguita da trattamenti radianti locali, nell’ambito della necessaria interdisciplinarietà nel trattamento delle neoplasie con localizzazioni metastatiche”.
È possibile limitare eventuali rischi di cedimento della vertebra, resa più fragile dal tumore, intervenendo già in fase operatoria con metodiche volte alla stabilizzazione, come la cementoplastica (iniezione di cemento osseo all’interno di una lesione).
La termoablazione può anche essere praticata in più punti, nel caso di pazienti plurimetastatici, purché le dimensioni delle masse tumorali siano contenute. La tecnica consente approcci multipli anche nella stessa seduta operatoria.
L’intervento viene svolto, in genere, in anestesia totale, ma è possibile effettuarlo anche in quella loco regionale, qualora le condizioni del paziente rendessero sconsigliabile la prima soluzione e lui fosse in grado di restare immobile per il tempo necessario.
L’infografica riportata qui sotto consente di visualizzare in modo semplice e immediato i Centri di riferimento per la Sicilia e Calabria il medico responsabile per la termoablazione dei tumori ossei e l’ambito di specializzazione (solo lesioni vertebrali o tutte le ossa).
Specializzazione: Solo lesioni vertebrali
Specializzazione: Tutte le ossa
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