Cos’è e come funziona.
Questa pandemia ha fatto sì che, in alcuni casi, le persone si trascurassero e badassero meno al proprio aspetto fisico, facendosi così prendere dallo stress e dall’ansia e di conseguenza, hanno creato una sorta di sfogo nel cibo. Questo forte stato di tensione ha reso inevitabile il consumo di cibi ipercalorici e poco sani, il cosiddetto junk food.
Passando inoltre tanto tempo seduti, il dispendio calorico di energie è sicuramente andato a diminuire, rendendo il nostro corpo sempre meno attivo e più ozioso.
Come soluzione a questa problematica, molti hanno trovato efficace l’utilizzo di una determinata tipologia di digiuno: il digiuno intermittente.
Sappiamo bene che il digiuno di per sè è visto come l’espressione di autocontrollo del proprio corpo, mutandosi così nella capacità di poter controllare il senso di fame. Questo protocollo di digiuno, l’Intermittent fasting, prevede due diverse applicazioni, che si adattano in base alle necessità ed esigenze di ciascuna persona. Entrambe prevedono una restrizione calorica all’interno di periodi programmati, alternandosi con periodi di normale assunzione.
Lo schema 16:8, detto anche Leangains, consiste nel digiunare per 16 ore e mangiare regolarmente nelle restanti 8 ore. Questa pratica è consigliabile in genere da applicare non più di due volte a settimana.
Lo schema 5:2, invece, definito anche come Dieta Fast, prevede di consumare degli apporti calorici minimi, circa 500-600 kcal, solo 2 volte a settimana, e i restanti 5 giorni mangiare regolarmente.
Il primo metodo, quello più utilizzato, risulta essere il più semplice da applicare. E’ possibile così, ad esempio, anticipare la cena e saltare la colazione della giornata successiva: l’importante è mangiare nell’arco delle 8 ore senza eccedere in alcun modo.
E’ necessario però, per entrambe le tipologie, che si mantenga il senso di equilibrio. Queste diete del mini-digiuno, non devono assolutamente essere modo e causa di squilibrio, creando dei sensi di fame e una conseguente sregolatezza nell’alimentazione.
Proprio per questa ragione tale dieta non può e non deve, giustamente, funzionare su tutti.
I benefici.
Il digiuno intermittente è uno stimolo di tipo ormetico: ciò significa che se dosato nella giusta maniera, può creare una risposta fortificante e riparativa dell’organismo all’interno del proprio corpo. I benefici risultano quindi essere molteplici.
L’intermitting fasting aiuta a tollerare e superare le avversità, riducendo ad esempio lo stress, per poi ristabilire un equilibrio.
Diminuisce l’infiammazione sistemica.
Migliora la regolazione della glicemia, riducendo la risposta infiammatoria.
Aumenta il rilascio di ormoni anabolici, quali testosterone, cortisolo e ormone della crescita, favorendo così la mobilitazione dei grassi.
Come qualsiasi altra dieta, non tutte le persone saranno propense a questa tipologia, proprio perchè richiede un elevato autocontrollo che, nell’avanzare dei giorni, può tramutarsi in frustrazione, generando poi un risultato opposto a quello che si era prefissato in precedenza. Come in ogni cosa, l’equilibrio sta alla base e, proprio per queste ragioni, tale mini-digiuno deve eseguirsi in un periodo limitato di tempo. E voi l’avete mai provato?
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