La nutrizione in oncologia rappresenta un tema particolarmente importante e complesso. La presenza di un tumore può avere conseguenze negative sul proprio stato nutrizionale e, conseguentemente, sull’efficacia delle cure e sulla prospettiva di vita; sappiamo infatti che molte persone affette da tumore hanno difficoltà a reagire alla malattia e alle cure, proprio a causa della malnutrizione.
L’intervento nutrizionale è quindi oggi parte integrante delle cure oncologiche, finalizzato soprattutto a prevenire o a correggere la perdita di peso. L’attenzione alla nutrizione è anche sul versante della prevenzione del sovrappeso, che talvolta è conseguente alle stesse terapie anti-tumorali. Non bisogna infatti dimenticare che sovrappeso e obesità aumentano anche il rischio di altre malattie (diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari) che possono complicare lo stato di salute della persona e la sua capacità di lottare contro il tumore.
Una nutrizione adeguata nel paziente oncologico consente di:
- Combattere la tossicità indotta dalla radio-chemioterapia
- Migliorare la sensibilità delle cellule tumorali al trattamento
- Rinforzare le difese dell’organismo
- Diminuire la frequenza e la durata dei ricoveri
- Migliorare la qualità di vita e prevenire la depressione
In alcuni casi, il paziente può avere una difficoltà ad assumere cibi per bocca, a causa della mancanza di appetito o della ridotta capacità di deglutire (il disturbo ha il termine medico di “disfagia”). Il problema può essere ovviato con i seguenti consigli.
Se il problema è la mancanza di appetito
- Un aperitivo o due dita di vino bianco secco prima dei pasti sono un buon modo per stimolare l’appetito.
- Aggiungere al pre-pasto qualcosa da sgranocchiare: noccioline, patatine, frutta secca o scaglie di parmigiano, abbastanza leggeri e gustosi.
- In generale è meglio fare pasti piccoli e frequenti che pasti abbondanti, che rischiano di affaticare troppo il paziente. Per esempio, una piccola porzione ogni 2-3 ore.
- Occhio all’impiattamento! Il cibo deve avere un bell’aspetto (bei colori e buoni odori) per stimolare l’appetito…
- L’appetito dipende anche dall’umore, bisogna quindi approfittare dei momenti in cui si è “su di giri”.
Se si hanno problemi a masticare o a ingoiare (disfagia)
- Bisogna mangiare lentamente e masticare bene.
- Preferire cibi di consistenza semiliquida e omogenea, quali yogurt – senza pezzetti di frutta–, purea o formaggio molle, possono alleviare il fastidio
- Attenzione ai liquidi, meglio se vengono addensati: uno scarso controllo della deglutizione può favorirne il passaggio nelle vie respiratorie. Esistono diversi addensanti che consentono di dare una consistenza tipo gel, gelato o budino che facilitano l’ingestione di acqua e liquidi.
- I cibi leggermente acidi (per esempio, aggiungere succo di limone o aceto, o guarnire il piatto con fettine di limone o pomodoro) possono facilitare il riflesso della deglutizione.
- Se la persona viene alimentata da un parente o da un assistente, bisogna fare attenzione che il cibo “non vada di traverso”, ossia che non finisca nelle vie respiratorie provocando un pericoloso tipo di polmonite, chiamata polmonite ab ingestis. Il paziente deve quindi essere sempre ben presente durante il pasto e non mostrarsi troppo stanco e svogliato. L’assistente deve verificare che eventuali protesi dentarie siano ben stabili e non deve mettere fretta al paziente.