Fumare marijuana regolarmente (uno spinello al giorno per 1 anno) potrebbe aumentare, negli adulti, il rischio di sviluppare tumori ai testicoli rispetto a chi non ne fa uso. E’ quanto emerge da una revisione e meta-analisi di 25 studi che ne hanno studiato l’utilizzo, recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Jama.
La marijuana e i cannabinoidi
La marijuana è una sostanza che si ottiene dalle infiorescenza essiccate delle piante femminili di canapa (Cannabis). Si tratta di una sostanza chimica farmacologicamente attiva, dotata di azione psicotropa, ovvero capace di modificare lo stato psico-fisico di una persona (percezione, umore, coscienza, comportamento ecc.).
Si stima che sia arrivata a essere la sostanza stupefacente più consumata in Europa e nel mondo: più di 183 milioni di adulti nel 2015 (Fonte ISS).
La difficoltà nello studiarne gli effetti terapeutici e tossici è legata anche al fatto che la pianta, usata come tale, produce una vasta e diversificata gamma di sostanze (quasi 750 attualmente individuate). Più di 65 appartengono alla famiglia dei cannabinoidi, molecole che agiscono sul corpo umano mimando gli effetti di sostanze normalmente prodotte dall’organismo (endocannabinoidi) per regolare numerose funzioni come:
- pensiero
- memoria
- concentrazione
- percezione sensoriale
- dolore
- movimento
- percezione del tempo
- appetito
- sviluppo cerebrale.
Il numero di sostanze note contenute nella Cannabis è in continuo aumento e di alcune non si conosce ancora l’effetto.
A livello psicologico e neurologico la marjuana può causare:
- riduzione della memoria
- diminuzione della capacità di pensiero e di soluzione dei problemi
- riduzione dei riflessi (la capacità di guidare o di utilizzare macchinari può essere alterata anche 24 ore dopo averla fumata)
- alterazione della coordinazione dei movimenti, del senso del tempo, della percezione dei colori o dei suoni e dell’umore
- allucinazioni e psicosi (in dosi elevate).
L’abitudine a fumare marijuana è molto ampia nella popolazione, tuttavia, a differenza di quanto è stato fatto per il tabagismo, non è ancora abbastanza studiato. In particolare, mentre le conseguenze oncologiche dell’esposizione al fumo di tabacco sono ben descritte, l’associazione dell’uso di marijuana con lo sviluppo del cancro non è chiara. Questa ricerca vuole cominciare a delineare le informazioni presenti in letteratura, anche se conclude sottolineando l’esigenza di ulteriori studi.
La marijuana e i rischi di cancro
l fumo di marijuana e il fumo di tabacco hanno in comune sostanze cancerogene, compresi gas tossici, radicali liberi e idrocarburi policiclici aromatici (che sono 20 volte superiori nella marijuana non filtrata rispetto al fumo di sigaretta). Va inoltre sottolineato che l’uso di marijuana è associato a cambiamenti istopatologici infiammatori bronchiali comparabili ai cambiamenti osservati con il fumo di tabacco.
Tuttavia, il volume di inalazione, la profondità dell’inalazione, e il tempo di permanenza nelle vie respiratorie sono maggiori con la marijuana rispetto al fumo di sigaretta. Questo porta a una maggiore esposizione al catrame e al monossido di carbonio.
Il cancro, in Italia come nel mondo, è tra i maggiori motivi di morte, ed è noto che il fumo di sigaretta ne sia la principale causa prevenibile. Dunque è importante indagare se quello di marijuana presenta effetti tossici simili.
Sorprendentemente, l’associazione tra uso di spinelli e malattia oncologica ancora non è chiara. Il tetraidrocannabinolo, l’ingrediente psicoattivo primario della marijuana, può avere effetti immunomodulatori avversi associati al cancro.
Inoltre, due proto-oncogeni (geni che possono diventare oncogeni) sono sovraespressi nell’epitelio bronchiale dei fumatori di marijuana, con una maggiore frequenza di espressione genica rispetto ai fumatori di solo tabacco.
Al contrario, i cannabinoidi, incluso il tetraidrocannabinolo, possono:
- inibire la proliferazione di alcuni tipi di cellule tumorali,
- impedire l’angiogenesi in vitro
- ridurre la crescita del cancro in alcuni modelli animali.
Il rischio di tumori ai testicoli e altre forme oncologiche
L’attuale revisione sistematica e meta-analisi suggerisce che più di 10 anni di uso di marijuana sia associato allo sviluppo dei tumori ai testicoli.
Non vi sono al momento tuttavia prove sufficienti per sostenere un’associazione tra l’uso di marijuana e altri tipi di cancro, come i tumori polmonari, quelli orali e altri.
La cannabis per uso medico
Come noto, esiste la possibilità di una prescrizione di marijuana per uso medico.
Questo però riguarda esclusivamente situazioni ben precise, come per esempio (Fonte ISS):
- eliminazione del dolore (analgesia), in malattie che implicano spasticità associata a dolore resistente alle terapie convenzionali come la sclerosi multipla o le lesioni del midollo spinale
- analgesia nel dolore cronico, con particolare riferimento al dolore neurogeno
- effetto antinausea e antivomito, che può affiancare trattamenti quali chemio o radioterapia, o per l’HIV
- effetto stimolante dell’appetito
- riduzione dei movimenti involontari del corpo e del viso, che non può essere ottenuta con trattamenti tradizionali nella sindrome di Gilles de la Tourette.