Il prossimo 29 aprile si celebra l’ormai tradizionale Giornata Internazionale della Danza, istituita nel 1982 dall’Unesco in tutti i Paesi del mondo. Diversi studi e ricerche hanno dimostrato come la danza sia uno dei modi per combattere e vincere la depressione.
La Giornata Internazionale della Danza
Il 29 aprile non è stata una data scelta a caso ma vuole ricordare l’anniversario della nascita di un grande ballerino e coreografo, Jean-Georges Noverre, che visse tra ‘700 e ‘800. Ai suoi tempi fu considerato uno dei più grandi artisti e ideatori di coreografie, a cui si deve l’invenzione di quello che oggi è considerato il balletto moderno. Questo giorno di festa viene promosso e gestito dal Comitato Internazionale della Danza, che ormai se ne occupa da circa 45 anni.
In occasione di questa importante ricorrenza, che coinvolge tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori di questo settore, è bene parlare di quanto la danza possa essere benefica contro la depressione.
Molti sono gli studi medico-scientifici che hanno confermato questa tesi, secondo la quale ballare, per svago, professione o semplicemente per piacere possa aiutare chi è inspiegabilmente triste e affetto da depressione a superare o prevenire le ricadute di questo “male oscuro”.
Cos’è la depressione?
Definire la depressione in modo univoco è un’impresa ardua, ma chi ne è affetto sperimenta uno stato emotivo di profonda frustrazione, tristezza, apatia e stanchezza fisica, al punto da arrivare a considerare la vita come un peso.
La depressione è considerata ormai una patologia psicologica a tutti gli effetti, in quanto lo stato mentale delle persone che ne soffrono può compromettere pesantemente il tenore di vita e il modo di approcciare ai rapporti interpersonali, alla famiglia, al lavoro e a tutte le attività quotidiane consuete. Questo stato mentale sofferente può avere picchi di alti e bassi, essere ricorrente, sparire o accompagnare il soggetto per anni, a volte senza che ci sia una spiegazione plausibile.
Sono molti quelli a cui apparentemente “non manca nulla”, ma che cadono in questo baratro dal quale non sembra esserci via d’uscita. Le cure con i farmaci e la psicoterapia cognitivo-comportamentale sono il percorso tradizionale con cui si tenta di risolvere un problema serio, ma a questo si aggiungono altri approcci, tra cui c’è quello della pratica della danza.
La danza per combattere la depressione…
Danzare può essere considerata a tutti gli effetti una terapia coadiuvante quella tradizionale contro la depressione. Sono diversi gli aspetti della danza, in particolare quella sportiva, che si possono considerare benefici sotto questo punto di vista.
C’è un potere aggregante che facilita i rapporti tra le persone, specie se si balla con un gruppo e si prendono lezioni in un contesto dove le relazioni si stabiliscono in modo più facile e in un’atmosfera di svago e impegno condiviso.
È questa una caratteristica fondamentale di chi, soffrendo di depressione, sperimenta la bellezza della compartecipazione, senza temere di “rimanere solo” o di dover combattere la solitudine, che aggrava spesso il problema.
L’aspetto ludico e di impegno fisico è un’altra caratteristica molto apprezzata della danza, che permette di scaricare tensioni divertendosi e mettendosi in gioco.
Affrontare il ballo con la consapevolezza di poter imparare e migliorarsi è uno stimolo a cercare nuove soluzioni, a mettersi alla prova, a confrontarsi anche con la bravura degli altri, per provare a imitarli in un percorso di miglioramento quanto mai fruttuoso.
La danza ha anche un ruolo sociale perché permette di esprimere le emozioni con la comunicazione non verbale.
È il corpo che parla al posto delle parole, mentre i movimenti e le varie figure prendono forma e non possono essere disgiunte dalla partecipazione emotiva del danzatore. Per le persone in stato depressione è un modo per liberare i propri sentimenti, dandogli una forma plastica e riuscendo a esprimere quello che in altri modi risulterebbe difficile se non impossibile. Lo si può fare imparando dei passi, con balli a tema o esprimendosi a corpo libero, dove anche le espressioni del viso rappresentano quello che si vuole comunicare.
Ballare davanti a un pubblico equivale a renderlo partecipe di ciò che si sente, ricevendo approvazione, appoggio, condivisione e partecipazione a quanto è stato rappresentato. Danzare da soli può servire a “parlare” con se stessi in modo più chiaro e completo, riuscendo a comprendere più a fondo il proprio disagio.
Questo modo di approcciarsi alla lotta contro la depressione nel tempo porta un benessere basato sulla consapevolezza che la vita può riservare molto di più di un mondo chiuso e dominato dal pessimismo e dalla pena dell’assenza di speranza nel futuro. Con la danza si impara a dominare se stessi, prima nei movimenti e poi nelle emozioni, per riuscire a raggiungere di nuovo quell’equilibrio perduto e danneggiato dal male oscuro e incomprensibile dell’anima.
Il ruolo della musica nella danza
La musica che accomuna da sempre tutti i popoli della Terra è una componente imprescindibile della danza e attraverso essa il percorso di guarigione si accompagna a profonde sensazioni.
La musica segna il ritmo, i movimenti attraverso cui viene esplicata ed espressa e rende ancora più incisivo il modo di rappresentarsi.
Nelle popolazioni tribali la danza è un modo espressivo per eccellenza di celebrare ed esternare soprattutto sentimenti di gioia e di festa.
Il ritmo della musica, quasi sempre dato dai tamburi con i quali si producono suoni ripetitivi e ritmici, infondono una sensazione di tranquillità, sicurezza e calma. Spesso somigliano a una ninna nanna o al battito del cuore, che il neonato percepisce durante la gestazione e che lo rasserena, proprio con una musica cadenzata.
La danza è anche un’attività fisica e come tale stimola il rilascio delle endorfine e della serotonina, nota universalmente come “ormone della felicità”. L’abbassamento di livelli di serotonina sono direttamente coinvolti nell’insorgenza della depressione, come hanno dimostrato molti studi scientifici.
Al posto di questo ormone, infatti, sale il cortisolo, una secrezione delle ghiandole surrenali che avviene quando si vive in uno stato di stress, frustrazione e, appunto, depressione.
Con la danza l’ormone della felicità torna a livelli normali ed è alla base della sensazione di soddisfazione e buon umore. Inoltre, aiuta anche a normalizzare i cicli di sonno-veglia e a controllore il senso di fame. L’insonnia e i disordini alimentari aggravano lo stato depressivo. Ballare significa coniugare i benefici direttamente connessi allo sport con quelli del benessere psicofisico.
Questa attività richiede molto impegno, allenamento, coordinazione, resistenza fisica, equilibrio e volontà di imparare. Tutti i muscoli del corpo sono impiegati nel ballo e questo stimola l’attività cardiaca, abbassa la pressione arteriosa, favorisce l’esercizio aerobico e porta in definitiva benessere. Sudare libera anche dalle tossine prodotte dall’organismo, che ritrova nuovo slancio e funziona meglio a livello fisiologico, perché i pori si dilatano, traspirano e migliorano la pelle, la sua luminosità e l’aspetto fisico in generale. Con la danza, infatti, è anche possibile ritrovare la forma perdendo peso e aumentato la propria autostima e la gratificazione di essere riusciti in questa impresa. Per una persona che soffre di stati depressivi è importante che vengano riconosciuti i suoi sforzi e il suo impegno, che si concretizzano in risultati lusinghieri, come quello di piacersi di nuovo anche dal punto di vista fisico.