Il 16 marzo è la giornata mondiale del sonno, occasione in cui si dedica un’attenzione speciale a questo sofisticato meccanismo dell’organismo umano, che permette quotidianamente di ricaricarsi e rigenerarsi.
Perché il sonno è così importante?
Dormire è un bisogno primario. Durante il sonno, il corpo umano mette in atto una serie di strategie di auto-cura e rigenerazione, indispensabili non solo alla salute ma alla sopravvivenza stessa. Quando si dorme, infatti:
- il cervello rallenta le sue connessioni, riposandosi e incamerando energia, soprattutto nella forma di zuccheri, per ripartire al risveglio con la massima efficienza;
- il metabolismo rallenta bruscamente, permettendo a tutti gli organi di rilassarsi e riposare;
- i muscoli si rilassano e approfittano dell’immobilità per costruire nuova massa magra;
- l’ipofisi secerne l’ormone della crescita che serve al rinnovo cellulare sia dei tessuti connettivi che dei muscoli striati;
- la pelle è più recettiva, assorbe più ossigeno e vivacizza il turn-over cellulare, eliminando tossine.
Cosa succede se non si dorme abbastanza?
La carenza di sonno, a lungo andare, può trasformarsi in una vera e propria patologia di interesse psichiatrico, invalidante e grave. Si chiama sindrome da privazione di sonno e porta con sé un corollario di sintomi piuttosto importanti:
- sbalzi d’umore, nervosismo, variazioni di personalità;
- incapacità di concentrazione;
- perdita della memoria;
- perdita di coordinazione fisica;
- nausea, vomito, disturbi digestivi;
- nei casi più gravi, psicosi.
La sindrome del letargo: un meccanismo di difesa
Durante la primavera, molte persone sono vittime della cosiddetta sindrome del letargo. Le variazioni climatiche e l’alternazione del ciclo giorno/notte mettono a dura prova l’organismo. Il corpo deve compiere un super-lavoro per abituarsi alle giornate più lunghe, ai cambiamenti repentini di temperatura, alle variazioni dell’ambiente esterno. Come difesa, il cervello manda continui segnali nervosi che intimano al rallentamento, alla calma, al riposo e al sonno. La conseguenza è che, in primavera, anche chi solitamente è una persona attiva, tende a impigrirsi e a soffrire di una sensazione molto simile alla letargia. La sindrome letargica può interessare sia soggetti che dormono poco sia chi, invece, si concede le giuste ore di sonno ogni notte. I sintomi più comuni della letargia primaverile sono: stanchezza costante, come se non si dormisse mai abbastanza, emicranie di tipo costrittivo, spesso descritte come il classico cerchio alla testa, sensazione di apatia, spossatezza, poca voglia di fare e calo delle difese immunitarie con propensione a raffreddori e influenze o allo sviluppo di herpes labiali.
La sindrome del letargo è una patologia preoccupante?
La letargia primaverile non è affatto una cosa che deve far temere per la propria salute. In realtà, è una reazione sana dell’organismo, che suggerisce il riposo per affrontare al meglio il cambio di stagione. Tuttavia, gli impegni quotidiani non rendono questa scelta fattibile, quindi è necessario adoperarsi per contrastare questa sensazione di stanchezza e riacquistare la propria energia fattiva il prima possibile. Come fare? Ecco 5 modi per combattere la sindrome del letargo:
- Curare l’alimentazione: quando il cervello tenta in tutti i modi di mandare segnali di rallentamento all’organismo, la prima conseguenza è l’abbassamento del metabolismo basale. Per questo motivo è importante non cedere alla tentazione di contrastare la noia con spuntini e fuori-pasto zuccherini o calorici, ma curare la propria dieta introducendo solo le calorie necessarie ad affrontare il proprio stile di vita. Per ripristinare il naturale ritmo del metabolismo, si consiglia di suddividere l’introito calorico quotidiano in almeno sei piccoli pasti giornalieri, evitando l’eccesso di carboidrati e grassi e favorendo le proteine, la frutta e la verdura. Soprattutto in primavera, consumare molti vegetali crudi aiuta a fare il pieno di vitamine e sali minerali, indispensabili per superare al meglio un periodo così complicato. Inoltre, bisogna ricordarsi di bere almeno 2 litri di acqua al giorno: serviranno a detossinare il fisico e a dare una sferzata di energia alla circolazione.
- Fare sport: nonostante ci si senta stanchi è importantissimo non cedere alla pigrizia e dedicare, ogni giorno, almeno 20 minuti all’attività fisica, meglio se aerobica. Questo perché durante una camminata veloce, una corsa o una pedalata, l’organismo richiede e brucia più ossigeno per ottemperare alle richieste energetiche. Questo fa aumentare il volume di aria nei polmoni, del sangue in circolazione e dona energia e vitalità.
- Dormire adeguatamente: per contrastare la stanchezza, naturalmente, è necessario riposarsi. Quando ci si sente sotto la morsa della sindrome del letargo è importante, più che in altre fasi della vita, concedersi almeno 7/10 ore di sonno a notte. Per promuovere un sonno ristoratore e rigenerante si possono sorbire, prima di coricarsi, delle tisane rilassanti. Alcune tra le più consigliate sono quelle a base di camomilla, valeriana, melissa, malva o biancospino. I principi attivi contenuti in queste piante officinali, infatti, agiscono sui recettori del sonno e del relax e aiutano a dormire bene, evitando continui risvegli.
- Assumere degli integratori: la Natura aiuta moltissimo per quanto riguarda il trattamento della sindrome del letargo. Tra i vari integratori alimentari consigliati in questo caso, ricordiamo principalmente: la vitamina C, un micronutriente che il corpo umano non riesce a produrre, i fermenti lattici, la pappa reale e calcio e vitamina D: due micronutrienti che funzionano in simbiosi, legandosi l’un l’altro e favorendo non solo la protezione della densità ossea, ma anche la bellezza e la luminosità dello sguardo, della pelle e dei capelli.
- Nei casi più complicati, laddove la sindrome del letargo minaccia di inficiare seriamente la capacità di svolgere le proprie mansioni quotidiane, si può ricorrere a qualche trucco aggiuntivo come incrementare la percentuale di grassi buoni nell’alimentazione, con alimenti energetici a base di frutta secca, miele e avocado, assumere del magnesio, che rilassa la muscolatura ma stimola la ricettività sensoriale e neuronale e concedersi qualche tazza di caffè o di the supplementari: caffeina e teina sono stimolatori e tonici naturali, in grado di innalzare il metabolismo e promuovere la lucidità mentale;
Solitamente, la sindrome del letargo dura 20-35 giorni, in base alla capacità personale di assestamento e al clima. Superata questa fase difficile, a poco a poco si torna alla propria regolarità e si riacquistano fattività ed energia.