Quali sono gli effetti del lockdown sulla salute sessuale della popolazione Italiana? Lo studio dell’Università Tor Vergata su un campione di 6821 soggetti, dati, informazioni e risultati.
Il Lockdown ha creato una condizione unica nella storia recente, una sorta di “esperimento sociale” su larga scala e involontario. I dati che si sono potuti raccogliere, e che si stanno tuttora raccogliendo, hanno visto un’inversione di tendenza in molti campi, non ultimo quello dell’attività e della salute sessuale. Nel caso in cui la situazione venisse sfruttata come occasione potrebbe essere il momento di svolta perché il governo presti maggiore attenzione alla cura della salute sessuale della popolazione.
Lo studio che indaga gli effetti dell’attività sessuale durante il lockdown.
L’Università Tor Vergata di Roma, nella figura del professor Emmanuele A. Jannini e i suoi collaboratori, ha condotto uno studio sui cambiamenti di abitudini nell’attività sessuale degli italiani causati dal Covid.
Lo studio, intitolato “Benefits of sexual activity on psychological, relational and sexual health during the COVID19 breakout” ha svolto la raccolta dati servendosi di questionari diffusi tramite social media. I questionari, di tipo psichiometrico, indagavano i livelli di depressione, ansia e disfunzioni sessuali durante il periodo di confinamento.
Il gruppo più numeroso è composto da chi ha interrotto l’attività sessuale.
I dati raccolti, una volta riorganizzati, hanno suddiviso i 6821 partecipanti in tre gruppi:
- Gruppo A, composto dai soggetti che svolgevano attività sessuale prima del confinamento e hanno continuato in seguito: 2608;
- Gruppo B, composto da persone che avevano un’attività sessuale prima del lockdown, che si è interrotta: 3428, il dato più alto;
- Gruppo C, 785 persone che non hanno visto nessun cambiamento non avendo avuto un’attività né prima, né dopo.
Per quanto riguarda il gruppo più folto, ovvero il gruppo B, il cambiamento di abitudini ha coinciso con un aumento di ansia e depressione, in particolare per i single, costretti a ridurre, se non annullare del tutto, l’attività sessuale a causa del confinamento.
Dai dati raccolti si è ottenuta un’informazione particolarmente interessante (e incoraggiante): la forza che l’attività sessuale ha nel proteggere da ansia e depressione è più intensa della forza che ansia e depressione hanno nel frenare l’attività sessuale.
“Una cartina tornasole sul benessere di coppia”.
“Per molti il lockdown è stato una cartina tornasole del benessere di coppia”, così il Professor Jannini ha introdotto il tema degli effetti del lockdown sulle coppie, sia per quelle separate, sia per quelle che vivevano insieme. Nessuna coppia è rimasta “illesa”, per così dire, dalla situazione: per alcuni è stata la spinta a fare una scelta di convivenza, per altri all’apertura al dialogo, per altri ancora a prendere le distanze o a decidere di chiudere definitivamente.
Più in generale si è annullato il GAP generazionale in merito alle problematiche di disfunzione erettile, che hanno interessato indiscriminatamente giovani e meno giovani, così come si è notato un calo del desiderio in tutte le generazioni.
Cosa aspettarsi per il futuro?
Oltre all’influenza su ansia e depressione, alcuni sintomi legati alla sfera sessuale, come la disfunzione erettile, possono essere marker di altre patologie, come -nel caso specifico- la salute respiratoria.
Visti i notevoli riscontri che l’attività sessuale ha sulla salute fisica ed emotiva, resi ancora più evidenti dal lockdown, l’augurio per il futuro è che la salute sessuale sia sempre più presente nel mirino dei governanti come aspetto importante del benessere della popolazione.