Sonnolenza, irritabilità, difficoltà di concentrazione, cefalee mattutine e talvolta anche una soglia del dolore ridotta possono tutti essere sintomi di una patologia molto diffusa, in particolare tra gli uomini: le apnee notturne. Partner e familiari spesso sono i primi a facilitare l’individuazione di questa patologia perché riconoscono i sintomi notturni quali il russamento o pause respiratorie, alla persona affetta può capitare infatti di svegliarsi diverse volte durante la notte (in alcuni casi raggiungendo anche il centinaio di episodi per notte), ma per tempi tanto brevi da non ricordarsene al momento del risveglio. Ai sintomi possibili riportati si aggiungono la necessità di urinare frequentemente durante la notte, la sensazione di arsura in bocca al risveglio, una forte sudorazione o la sensazione di soffocamento.
La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) porta a interruzioni brevissime, ma ripetute dell’attività respiratoria durante il sonno. Le cause sono principalmente legate alla conformazione del primo tratto dell’apparato respiratorio e alla posizione che si prende per riposare, tuttavia anche un aumento significativo di peso, il fumo, l’uso di farmaci che inducono il sonno e un consumo eccessivo di alcool possono favorire l’insorgere di questa patologia.
Da un punto di vista meccanico si ha “Un collasso totale o parziale delle vie aeree superiori che si verifica solo durante il sonno, lo stesso collasso determina l’ostruzione delle vie aeree superiori con l’impossibilità di fare arrivare sufficiente aria dalla bocca ai polmoni” (dott. Francesco Fanfulla, Unità Operativa Medicina del Sonno, Istituto Clinico Maugeri, Pavia)
L’attività fisica è un ottimo strumento di prevenzione, una camminata quotidiana a passo svelto che permetta di raggiungere i 200/300 minuti settimanali può essere sufficiente a favorire il sonno e evitare l’insorgenza di questa patologia. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato come l’attività sia efficace anche nella soluzione della patologia, naturalmente accompagnata alla terapia. Le terapie sono da concordare con il medico di riferimento, in diverse città sono presenti centri specializzati dedicati al sonno dove è possibile valutare la soluzione migliore per il proprio caso specifico. Lo strumento attualmente più diffuso è la CPAP, acronimo di Continuous Positive Airway Pressure, si tratta di una terapia di ventilazione non invasiva e consiste in una maschera da portare sul volto durante il riposo che attraverso l’incremento della pressione dell’area in ingresso impedisce il collasso delle vie aeree superiori favorendo di conseguenza la corretta respirazione.
I casi di OSAS stimati in Italia sono circa 6 milioni, la patologia è tuttavia estremamente sotto-diagnosticata e il numero di casi riconosciuti si aggira intorno ai 2 milioni. Sono gli Stati Uniti a darci un dato rilevante sulla prevalenza indicando l’incidenza sugli uomini al 4%, mentre per le donne è al 2%.
I rischi correlati alle apnee notturne oltre che di tipo respiratorio sono anche cardiovascolari e neurocognitivi; tuttavia le sonnolenze diurne non sono da sottovalutare dal momento che hanno risvolti sulla sicurezza stradale, il rischio di incidente stradale è da 2 a 7 volte superiore nelle persone affette da OSAS rispetto a quello osservato nelle persone sane, una criticità doppia rispetto a quella imputabile all’abuso di alcool e al consumo di tranquillanti o cannabis.
Riferimenti:
http://www.sonnomed.it/2020/02/12/le-apnee-notturne-del-sonno-diagnosi-e-individuazione-pazienti-a-rischio/
https://www.biomeccanicaforense.com/linfluenza-del-sonno-negli-incidenti-stradali.html
https://www.healthsearch.it/documenti/documenti_ricercatori/Newsletter/2020/3_2020.pdf
https://www.sonnoservice.it/2020/02/13/cpap/