Nella cronaca sempre più spesso si sente parlare di focolai di meningite da meningococco: di cosa si tratta e qual è il reale pericolo?
I casi di malattia invasiva meningococcica (MIM) recentemente descritti in provincia di Bergamo, in particolare, hanno creato apprensione nella popolazione locale e suscitato ancora una volta interrogativi su questa malattia.
La situazione ovviamente richiede cautela e prudenza, ma, con le dovute precauzioni, non è allarmante. Purtroppo, però, la vaccinazione dei bambini, non obbligatoria ma raccomandata, è ancora lontana dall’ottenere una copertura soddisfacente.
I sintomi della meningite
La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi).
L’esordio della malattia in genere è accompagnato da sintomi generici, quali sonnolenza, cefalea, inappetenza. Dopo 2-3 giorni, però, il quadro clinico si aggrava e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità. In particolare, segni tipici sono la rigidità della nuca e quella all’estensione della gamba.
Nei neonati, nei quali è più difficile riconoscere tempestivamente i sintomi, possono insospettire il pianto continuo, l’irritabilità, la sonnolenza eccessiva e lo scarso appetito.
Le cause della meningite
La meningite può avere differenti origini, sia infettive che non. È possibile, per esempio, che una risposta infiammatoria delle meningi si manifesti in seguito a invasione di cellule neoplastiche o nel corso di malattie autoimmuni o in seguito a farmaci.
La forma infettiva può essere causata da virus, batteri e funghi o miceti:
- quella virale, o meningite asettica, è la più comune; di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni
- quella batterica, invece, è più rara ma estremamente più grave e può avere anche conseguenze letali
- quella da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.
La meningite da meningococco
La meningite batterica, dunque, rappresenta la forma più pericolosa, e il più temuto agente che la causa è il meningococco. Le forme meningoccociche possono presentarsi anche in modo fulminante, in questi casi le condizioni del paziente possono peggiorare anche solo in poche ore.
Esistono diversi sierogruppi di meningococco, ma nel nostro Paese i più frequenti sono quelli B e C, contro i quali, fortunatamente, sono disponibili vaccini specifici.
La situazione della meningite in Italia e i soggetti più a rischio
I casi di di meningite nel nostro paese tra il 2010 e il 2016 sono stati in media circa 200 l’anno, senza sostanziali variazioni. È verosimile che coloro che si ammalano siano geneticamente predisposti o che la malattia sia favorita in alcuni da fattori contingenti solo in parte noti.
Ad esempio, le persone che per qualsiasi motivo abbiano subito l’asportazione della milza si ammalano più facilmente e devono tassativamente essere sottoposte a vaccinazione. Raramente le persone che risultano essere state a contatto con casi di meningite si ammalano di MIM, mentre è probabile che la maggioranza di coloro che si ammalano si siano infettati dopo un contatto in apparenza con un portatore sano. Questo è il motivo per cui spesso non risulta facile trovare collegamenti tra casi di MIM che si verificano nella stessa area.
L’inverno è il periodo più a rischio per la meningite da meningococco, ma il pericolo di contagio è contenuto
“Il meningococco” spiega il Professor Massimo Galli, Past President Società Scientifica Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) “è trasmesso per via aerea, resiste poco nell’ambiente esterno e viene pertanto ‘passato’ da una persona all’altra per contatti stretti facilitati da ambienti chiusi ed affollati. Da qui la maggior frequenza di casi nei mesi invernali. Gennaio è costantemente il mese con più segnalazioni. La circolazione dei meningococchi avviene per trasferimento tra una persona e un’altra, il cosiddetto fenomeno di carriage. Il 5-10 % dei giovani tra i 15 e i 25 anni è portatore di meningococchi e la condizione di portatori riguarda, per un periodo più o meno lungo della loro esistenza, la totalità degli esseri umani. A fronte di questa ampia diffusione dello stato di portatore, a sviluppare la malattia sono in pochissimi”.
Cosa fare per proteggersi dalla meningite da meningococco?
L’elevata letalità della meningite (5-10%) e ancor più della sepsi meningococcica (15-20%), e il fatto che a essere colpiti siano soprattutto adolescenti e giovani adulti sani, produce sconcerto, tuttavia non bisogna fare allarmismo. Fondamentale ricordare che molti dei casi osservati sarebbero stati evitabili se le persone colpite si fossero preventivamente vaccinate.
“In caso di focolai epidemici da meningococco C, come quello in corso, è opportuno ‘rafforzare’ la vaccinazione anti meningococcica” spiega il Presidente della SIMIT, il Dottor Marcello Tavio. “Le raccomandazioni internazionali lo prevedono in particolare quando in un’area ristretta l’incidenza risulta superiore a 10 casi per 100mila abitanti nell’arco di tre mesi. Ed è quanto le autorità sanitarie stanno facendo nell’area interessata dal focolaio attuando un’ampia offerta vaccinale. Gli anziani non necessitano di vaccinazione, poiché essendo stati più volte carrier nel corso della loro vita, è verosimile che si siano spontaneamente immunizzati a seguito dei ripetuti contatti. I casi di MIM sono infatti assai rari dopo i cinquant’anni”.
“Nel 2018″ conclude Galli “i bambini di due anni che in Italia risultavano vaccinati per il meningococco C erano l’84,93%. Una più ampia copertura vaccinale nei bambini porterebbe anche alla riduzione della circolazione dei meningococchi tra gli adulti. Le indicazioni del vigente piano vaccinale nazionale estendono l’offerta gratuita del vaccino coniugato tetravalente agli adolescenti, sia come richiamo per coloro che sono stati vaccinati contro il meningococco C nell’infanzia, sia per i mai vaccinati”.
Bibliografia
Meningite. FAQ – Ministero della Salute
I focolai epidemici di meningite in Italia. Società Scientifica Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
SIMIT – Meningite, “nessun allarmismo”. La vaccinazione dei bambini, non obbligatoria ma raccomandata, è ancora lontana dall’ottenere una copertura soddisfacente. Comunicato stampa 10-01-2020