La crioconservazione degli ovociti è una tecnica spesso legata alla Procreazione Medicalmente Assistita. La crioconservazione però può essere utilizzata anche nei casi in cui una malattia rischi di compromettere la fertilità di un individuo.
Ad oggi sono due le tecniche di crioconservazione degli ovociti, una tradizionale e una innovativa di recente utilizzo
La crioconservazione è una tecnica che si basa sul fenomeno secondo il quale l’acqua contenuta nelle cellule viene trasformata in ghiaccio in modo da interrompere i processi molecolari delle cellule.
La crioconservazione è molto spesso legata alla Procreazione Medicalmente Assistita e quindi alla ricerca di una gravidanza.
La crioconservazione può essere però utilizzata anche allo scopo di preservare la fertilità di un individuo.
Nel primo caso, la crioconservazione degli ovociti evita alla donna di sottoporsi a numerosi cicli di iperstimolazione ovarica per ottenere un numero sufficiente di ovociti.
Nel secondo caso, la crioconservazione è utile per coloro che sono affetti da patologie gravi ( tumori, malattie autoimmunitarie o del colon, ecc.) e per questo rischiano di perdere la propria capacità riproduttiva.
Ad oggi viene effettuata la crioconservazione di spermatozoi, ovociti,tessuto ovarico ed embrioni.
Attualmente esistono due tecniche di crioconservazione degli ovociti:
1) Crioconservazione tradizionale : crioconservazione che prevede il lento congelamento degli ovociti, che vengono trattati con soluzioni chimiche preparatorie, trasferiti in un congelatore che li porta gradualmente a -150 gradi e infine immersi in azoto liquido a -196 gradi.
2) Crioconservazione innovativa : crioconservazione che prevede il congelamento immediato dell’ovocita nell’azoto liquido che porta alla vitrificazione della cellula.
Questa tecnica di crioconservazione è recentissima ( il primo bambino nato da ovocita “vitrificato” è del 1999), tuttavia per i sostenitori della crioconservazione innovativa con vitrificazione le percentuali di gravidanza sono paragonabili a quelle ottenute nei cicli “a fresco”, cioè senza il congelamento degli ovociti.
Dal 2009, dopo la sentenza 151 della Corte Costituzionale, è di nuovo consentita anche la crioconservazione degli embrioni, per garantire alla coppia migliori probabilità di concepimento e ridurre il rischio correlato alle gravidanze multiple.