La cistite non è una malattia contagiosa, ma si scatena per la contemporanea presenza di più fattori di rischio.
La cistite non è contagiosa. Non è quindi una malattia sessualmente trasmissibile, anche se potrebbe sembrare così, perché i sintomi diventano più acuti, o l’attacco di cistite si manifesta più facilmente, dopo i rapporti sessuali. È semmai vero il contrario: se sono già presenti fattori di rischio per la cistite, o se la cistite è in fase iniziale, con sintomi ancora lievi, quindi sottovalutati, il rapporto sessuale diventa l’elemento scatenante.
Il rapporto sessuale di per sé favorisce, con l’irritazione e la possibilità di microtraumi locali, l’ingresso dei batteri nell’uretra, cioè nel canalino che collega la vescica all’esterno. L’uretra delle donne è breve (circa 5 cm) e l’Escherichia coli (che, nel 85-90% dei casi è responsabile di cistite), si attacca molto facilmente alle pareti mucose e risale senza fatica fino alla vescica. Qui attecchisce e prolifera rapidamente, fino a scatenare l’attacco, doloroso e fastidioso, di cistite.
Ecco perché la cistite non è contagiosa, ma si scatena per la contemporanea presenza di più fattori di rischio. Il che spiega anche come mai molte donne (circa una ogni cinque tra quelle che hanno sofferto di un primo attacco acuto) diventano vittime della cistite ricorrente (identificabile da più di tre attacchi all’anno, a volte addirittura un attacco di cistite al mese).
Tra le molte contromisure che possono essere messe in campo in caso di cistite acuta, ma soprattutto di cistite ricorrente, c’è l’assunzione dell’estratto del frutto intero di Cranberry, cioè il mirtillo rosso americano, nel quale siano presenti tutte le molecole presenti nel frutto, dalla buccia alla polpa, dai semi al succo. L’estratto ad alta concentrazione di Cranberry, contenente non solo proantocianidine, ma anche polifenoli, acidi organici, zuccheri e acidi grassi, impedisce l’adesione degli E.coli, o promuove il distacco di quelli già adesi.
Quindi l’azione dell’estratto di frutto intero di Cranberry è efficace sia durante la cistite acuta (perché i batteri vengono staccati dalla parete della vescica), sia per prevenire ulteriori attacchi (perché si impedisce l’adesione degli E.coli alle pareti dell’uretra e della vescica). I batteri possono così essere espulsi con l’urina. Ecco perché è fondamentale sempre, sia durante un attacco di cistite, sia dopo, bere tutti i giorni almeno 1,5 litri di acqua.