L’influenza ha già messo a letto oltre un milione di persone da ottobre a oggi, 207.000 la scorsa settimana: gli italiani rischiano di trovare un ben poco gradito dono sotto l’albero, ma seguire i consigli del Ministero della Salute può aiutare nella prevenzione.
Secondo l’ultimo rapporto epidemiologico InfluNet, nella 50a settimana del 2019, ovvero dal 9 al 15 dicembre, l’incidenza totale ha raggiunto i 3,4 casi per mille assistiti (dai medici). È stata dunque superata la soglia basale, cioè quel valore oltre al quale inizia il periodo “epidemico” dell’influenza.
Le Regioni maggiormente colpite sono Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Emilia-Romagna, Umbria, e nelle Marche.
Attenzione in particolar modo ai bambini sotto ai 5 anni, i più colpiti dal virus: l’incidenza del contagio è oramai pari 9 casi ogni mille assistiti, quasi tre volte la media della popolazione.
Nessun allarme particolare, la situazione è complessivamente sovrapponibile a quello della scorsa stagione influenzale. Va però sempre ricordato che l’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica, soprattutto a causa delle possibili complicanze della malattia. In Italia è una delle 10 principali cause di morte.
A minacciare la salute, inoltre, ci sono anche le sindromi simil-influenzali, che colpiscono ogni anno il 9% della popolazione italiana, con un minimo del 4%, osservato nella stagione 2005-06, e un massimo del 15%, registrato nella stagione 2017-18 (Fonte: FluNews Italia 2018).
I sintomi dell’influenza
I sintomi dell’influenza sono oramai ben noti, eppure ancora c’è confusione tra influenza, sindromi parainfluenzali, bronchiti, laringiti e, in generale le malattie invernali.
Facciamo chiarezza.
I sintomi dell’influenza includono tipicamente l’insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Sono comuni anche mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini.
La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base.
La prevenzione dell’influenza
L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera:
- diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata)
- indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici).
È possibile attuare una serie di misure preventive atte a ridurre, anche considerevolmente, il rischio di contagio. Il Ministero della Salute, a questo proposito, dà consigli pratici preziosi:
- evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa
- lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone, in particolare dopo avere tossito e starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; in alternativa se acqua e sapone non sono disponibili, possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti
- Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono in questo modo.
- coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura
- aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna
- rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarvi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus.
Il vaccino antinfluenzale
Come riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, la misura più efficace per prevenire l’influenza, sia per il singolo che per la collettività, è la vaccinazione. Il periodo consigliato per effettuarla va da metà di ottobre fino a fine dicembre. Va ricordato che la risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente.
Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti coloro che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni. Tuttavia, è raccomandato in particolare per alcune categorie di persone, come per esempio:
- persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza
- donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza
- soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza (per esempio con malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio)
- anziani over 65 anni
- bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
- persone di qualunque età ricoverate presso strutture per lungodegenti.
Fonti
Rapporto InfluNet
FAQ – Influenza e vaccinazione antinfluenzale