Il 14 novembre è la Giornata mondiale del diabete, un momento molto importante per sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica mondiale relativamente ad una malattia sempre più diffusa. Per capire come questa patologia sia una delle grandi sfide di oggi e di domani, basti pensare che attualmente sono circa 420 milioni le persone che nel mondo devono convivervi e che secondo le stime questo numero crescerà fino a 600 milioni nel 2035.
Limitando la visione al diabete di tipo 2, ovvero quello più facilmente evitabile grazie al lavoro preventivo sui fattori di rischio, basti pensare che solo 7 anni fa erano poco più di 280 milioni nel mondo le persone che dovevano farvi i conti. Inoltre, numeri alla mano, si contano circa 20 mila nuovi casi al giorno di diabete di tipo 2 nel mondo. A rendere questa malattia ancora più pericolosa da un punto di vista dell’emergenza, vi è il fatto che secondo le statistiche comincia ad essere presente anche in aree dove fino ai primissimi anni duemila non era segnalata: questo è frutto, tra le altre cose, dello sviluppo sociale e del cambiamento degli stili di vita. Stando ai dati pubblicati dall’International Diabetes Federation, il diabete ha anche dei costi sociali molto alti: basti pensare che soltanto nel Nord America vengono ogni anno spesi 150 miliardi di dollari. Focalizzando l’attenzione sull’Italia si scopre come circa 3 milioni di persone debbano fare i conti con questa malattia e come ammonti invece ad 1 milione il numero di persone che l’ha contratta ma non ne è ancora consapevole.
Fatta questa panoramica, ora è il momento di concentrare l’attenzione sulle diverse tipologie di diabete, i sintomi, le cause e le cure. Prima di tutto va detto che le forme di diabete più diffuse sono sicuramente il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. Il primo è definito anche diabete giovanile o insulino dipendente. La caratteristica di questa variante della malattia si caratterizza per il fatto che l’organismo ad un certo punto non ha più la capacità di produrre l’insulina, Il motivo di tale incapacità ha come responsabile il sistema immunitario, che ha distrutto le cellule pancreatiche adibite alla sua produzione. Questa tipologia di diabete si palesa solitamente entro i 35 anni, anche se recenti studi hanno dimostrato come possa concretizzarsi anche in età più avanzata. Nel momento in cui il diabete di tipo 1 viene diagnosticato, l’unica via percorribileda un punto di vista farmacologico è la somministrazione giornaliera di insulina attraverso iniezioni sottopelle.
Il diabete di tipo 2, noto anche come diabete dell’adulto ed in termini più scientifici non insulino-dipendente, si caratterizza prima di tutto per il fatto di essere decisamente più frequente del primo. Tale forma di diabete non comporta la cessazione della produzione di insulina da parte del proprio corpo, ma una incapacità a produrne in quantità sufficienti a poter rendere possibile una corretta trasformazione degli alimenti in energia. Questa forma di diabete è molto diffusa tra chi è entrato nella maturità e ha quindi più di 40 anni e dalla forma fisica non ottimale. Un altro fattore molto importante, per entrambi i tipi di diabete, è anche la presenza, nel proprio albero genealogico, di familiari che si sono dovuti confrontare con tale tipo di malattia. I due tipi di diabete descritti sono quelli più diffusi, ma ne vanno menzionati altri. Il primo è il diabete gestionale, la cui insorgenza avviene nel corso della gravidanza e che il più delle volte viene meno una volta partorito. Tuttavia le donne che hanno dovuto convivere, seppur brevemente, con questo tipo di diabete, risultano più esposte a contrarre in futuro il diabete di tipo 2. Infine di sono alcune tipologie di diabete che non sono altro che l’esito di rare forme geneticamente definite o che sono una conseguenza di operazioni di tipo chirurgico oltre che di utilizzo di farmaci.
Detto delle varie forme di diabete che si possono contrarre, risulta ora molto importante focalizzare l’attenzione su quelli che sono i sintomi di questa malattia nelle varie forme in cui si può presentare. La prima cosa che bisogna tenere ben presente è infatti la varietà dei sintomi, legata appunto direttamente alle diverse forme in cui la malattia si può presentare. Inoltre bisogna essere consapevoli che i sintomi possono sia sorgere da un momento all’altro, sia essere totalmente non presenti: questo aspetto è uno dei tanti che rende il diabete malattia decisamente insidiosa.
Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, va detto che il sintomo primario è il più delle volte la necessità continua di espellere l’urina. Tale sintomo si concretizza quando la glicemia è ad un livello troppo elevato e la conseguenza prima è la nicturia, ovvero il dover fare la pipì anche nelle ore notturne. Inoltre, altri sintomi da non sottovalutare in nessun modo sono la pelle secca e disidratata e la percezione di una sete continua, anche quando magari è passato poco tempo dall’ultima volta in cui si è bevuta dell’acqua. Altro sintomo è la perdita di peso: ciò dipende dal fatto che non essendoci insulina, l’organismo non può attingere dal glucosio presente nel sangue per ottenere energia e quindi finisce con l’usare proteine di tipo muscolare e simili. La conseguenza di questo sintomo porta all’insorgenza di una percezione di fame che non si riesce a soddisfare e di una stanchezza perenne: questi sono altri due sintomi da non sottovalutare. Questi sono i sintomi più comuni al diabete di tipo 1, i quali si manifestano anche in quello di tipo 2. Tuttavia per quanto riguarda la seconda tipologia di diabete, va detto che i sintomi in questione si presentano spesso in modo meno chiaro, il che porta spesso ad una diagnosi tardiva della malattia. Questo è il motivo principale per cui gli esperti consigliano, specialmente dai 40 anni in su, un controllo periodico della glicemia.
Per quel che concerne le cause del diabete, si è già detto delle cause a livello clinico: ora è il momento di capire quali sono invece i fattori esterni all’organismo che portano all’insorgere della malattia. Riguardo al diabete di tipo 1 va detto che la scienza è ancora in una fase di ricerca, perchè oltre a fattori di natura genetica, si è ormai certo che vi siano anche fattori ambientali tra le sue cause, ma quali siano nello specifico non è ancora stato compreso. La stessa problematica relativamente a quali siano i fattori ambientali che lo causano, si riscontra nel diabete di tipo 2. Tuttavia, per quanto riguarda questa variante della malattia, vi è un dato certo relativo allo stile di vita: condurre un’esistenza troppo sedentaria ed essere in sovrappeso rende infatti decisamente più probabile il doversi confrontare, un giorno, con il diabete di tipo 2.
Molto importante è anche l’aspetto relativo alle terapie da seguire una volta contratto il diabete. Prima di tutto va detto che nè dal diabete di tipo 1 e neppure da quello di tipo 2 si può guarire. Quello che si può fare è mantenere la glicemia sotto controllo. Chi è affetto da diabete di tipo 1 deve assumere insulina tramite iniezione sottocutanea un minimo di due volte al giorno da subito e modificare il proprio regime alimentare. Chi invece si ritrova a convivere con il diabete di tipo 2 non dovrà subito fare uso di insulina, ma dovrà cambiare decisamente il proprio regime alimentare e iniziare una attività fisica costante, aggiungendovi in alcuni casi una terapia farmacologica per via orale.