Con l’acronimo SAD si intende un disordine di tipo psicologico noto come disturbo affettivo stagionale che è una sindrome che affligge alcune persone e provoca una condizione di stanchezza perenne, tristezza e difficoltà di concentrazione.
Mentre in passato tale patologia non era presa proprio in considerazione, in quanto probabilmente non si avevano le competenze per studiarla approfonditamente, oggi, fortunatamente, grazie all’impegno di numerose equipe medico-psichiatriche, si è riuscito a determinare, in maniera chiara e oggettiva, di cosa si tratta.
La malattia stagionale
Il disturbo affettivo stagionale è una malattia, ai danni dell’equilibrio del sistema nervoso, che si verifica con il cambio delle stagioni, nello specifico con l’avvento dell’autunno e dell’inverno. Non si parla semplicemente di variazione di clima e di passaggio dalle vacanze estive al periodo in cui iniziano gli impegni scolastici ma di vera e propria difficoltà ad affrontare gli impegni quotidiani. La persona affetta da SAD tende a dormire molto, non riuscendo quasi ad alzarsi, è portata verso un’alimentazione disordinata, infatti molti diventano anche obesi, e non hanno una vita sociale soddisfacente, in quanto tendono a chiudersi in se stessi evitando il contatto con gli altri.
La patologia, per le caratteristiche presentate, non viene incasellata nel macro insieme delle depressioni in quanto si differenzia dal fatto che è soggetta ad un limite temporale. Il depresso affronta il suo stato costantemente, chi ha invece un disordine affettivo stagionale guarisce durante la bella stagione. Proprio la presunta guarigione aveva discostato gli studi medici sul punto, definendo la condizione come una banale tristezza post vacanza che, prima o poi, colpisce veramente tutti. Quando in realtà si è evidenziata tutta la gravità della patologia, è emersa l’urgenza di porre in essere delle terapie che portassero almeno ad alcuni benefici. Come accade per ogni tipo di malattia, esistono differenti terapie, sperimentate a vario titolo e a vario livello, che hanno condotto risultati diversi, sia positivi che negativi. Ad oggi, purtroppo, non è ancora possibile affermare di avere la cura per la SAD ma gli studi, le ricerche e i confronti su un campione di volontari a livello internazionale ha condotto a risultati molto interessanti.
La consapevolezza della malattia
L’individuo colpito dal disturbo affettivo stagionale è il primo che, in qualche misura, rifiuta totalmente una diagnosi, perchè afferma di essere semplicemente giù di morale, triste o di non avere voglia di uscire. Capita a tutti un periodo no ma il primo campanello d’allarme nasce dal fatto che questo periodo sia sempre coincidente con la stagione autunnale o invernale. Tutti dimostrano, anche apertamente, delle predilezioni per questo o quel mese dell’anno, perchè magari si ricollegano ad un ricordo felice o festeggiano una ricorrenza ma se vi è un vero e proprio odio, allora è lì che occorre preoccuparsi. La consapevolezza della malattia e la presa di coscienza che effettivamente qualcosa non va, rappresentano il primo passo verso la guarigione. Dopo di ciò è possibile affrontare lo step successivo, ossia chiedere in primis aiuto al partner, alle persone care e agli amici, per poi orientarsi verso medici specializzati, quali psichiatri, psicologi e psicoterapeuti.
La terapia per guarire dal disturbo affettivo stagionale
Il disturbo affettivo stagionale viene curato efficacemente con la psicoterapia, il paziente si sottopone a sedute private e di gruppo rielaborando, unitamente al medico curante, le problematiche connesse con la sua situazione, i pensieri, le paure e tutto ciò che viene alla mente. Non si tratta di un percorso rapido ma necessita della dovuta metabolizzazione. Alcuni specialisti consigliano a chi soffre di SAD di fare sport all’aria aperta, anche con temperature fredde, perchè, dagli studi condotti, è emerso che l’attività sportiva a contatto con l’aria esterna produce nell’organismo l’endorfina, l’ormone della felicità. Altri invece suggeriscono di impegnarsi nel sociale e nella solidarietà in quanto il sentirsi utili al prossimo costituisce un modo straordinario per superare le difficoltà. Altri infine individuano dei benefici straordinari nella pet therapy, ossia nell’accudire degli animali domestici. E’ importante, durante la cura, avere la vicinanza delle persone care che devono comprendere appieno lo stato d’animo del malato. Si ricorre alla terapia farmacologica, mediante l’impiego di psicofarmaci, solo nel caso in cui non emerge alcun risultato positivo dalla psicoterapia. In sostanza il farmaco viene intesa come extrema ratio quando la guarigione appare ancora lontana.