L’unione fa la forza. Disponiamo oggi di molte classi di farmaci antipertensivi, con diversi meccanismi d’azione. Spesso è conveniente usarli in associazione (possibilmente in combinazioni precostituite) per ottenere risultati migliori rispetto alla cosiddetta “mono-terapia”.
Una revisione sistematica di studi randomizzati controllati volti a migliorare l’aderenza alla terapia antipertensiva ha dimostrato l’importanza cruciale della complessità dello schema di trattamento. In particolare, è ormai chiaro che semplificando il regime di dosaggio, ovvero riducendo il numero di compresse da assumere ogni giorno, viene ottenuto un maggiore rispetto della terapia prescritta. Grazie agli attuali avanzamenti scientifici disponiamo infatti di molte molecole efficaci nel trattamento dell’ipertensione, che utilizzano meccanismi di azione diversi. Abbiamo quindi molte classi di farmaci antipertensivi (ACE-inibitori, sartani, diuretici, calcio-antagonisti, beta-bloccanti, alfa-bloccanti) che, combinate insieme, consentono solitamente di migliorare l’efficacia della terapia. Può quindi che a un paziente iperteso sia richiesto di assumere anche 6 o più compresse al giorno, di diversi farmaci antipertensivi in diversi orari. Ovvio che questa complessità è volta a ottenere un migliore controllo della pressione arteriosa, tuttavia sappiamo che aumentando il numero di assunzioni giornaliere si riduce la probabilità di un’adeguata aderenza alla terapia e, conseguentemente, il raggiungimento degli obiettivi di controllo pressorio. È quindi un cane che si morde la coda… Ciò è particolarmente evidente per i pazienti diabetici, per i quali le attuali linee guida JNC 7 indicano un obiettivo pressorio particolarmente esigente, di <130/80 (rispetto a <140/90, della popolazione non diabetica). D’altro canto, altri sudi dimostrano che una mono-terapia (ossia un solo tipo di farmaco antipertensivo) è spesso insufficiente per raggiungere gli obiettivi pressori nella maggior parte dei pazienti, ed è invece consigliabile l’associazione di 2 o più farmaci antipertensivi. La soluzione migliore sembra essere quindi quella di utilizzare farmaci di diverse classi in combinazioni fisse. In tal mondo si può conciliare la possibilità di sfruttare al meglio l’associazione di più farmaci con meccanismi d’azione diversi e spesso complementari, con un ridotto numero di assunzioni giornaliere. Attualmente le combinazioni fisse sono rappresentate da due farmaci antipertensivi di diverse classi, anche con vari dosaggi, ma non è escluso che in futuro si possa disporre di combinazioni fisse ancora più complesse che consentano, con una sola compressa al giorno, di assumere una terapia davvero completa.
Bramley TJ, Gerbino PP, Nightengale BS, Frech-Tamas F. Relationship of blood pressure control to adherence with antihypertensive monotherapy in 13 managed care organizations. J Manag Care Pharm 2006;12:239-45.