È allarme antibioticoresistenza sia in Italia che nel mondo intero, per combattere questo fenomeno servono nuovi farmaci, ma anche più cultura. Se ne è parlato a Palermo nel corso del XVIII Congresso Nazionale SIMIT (Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali), appena conclusosi.
“In un recente scenario privo di interventi correttivi, elaborato a cura dell’OMS, entro il 2050 la prima causa di morte saranno le infezioni da germi resistenti. La stima di 10 milioni di vittime è pari al numero di morti che il cancro causa oggi nel mondo”, spiega Marcello Tavio, neo eletto presidente Simit e Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona.
Antibioticoresistenza: diamo i numeri
L’Italia è prima in Europa per numero di morti legato all’antibiotico-resistenza. Sono oltre 10mila i decessi che ogni anno si registrano per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. Nei Paesi dell’Unione Europea invece, si contano 33mila casi.
Sono stati messi sotto sorveglianza otto patogeni:
- Staphylococcus aureus,
- Streptococcus pneumoniae,
- Enterococcus faecalis,
- Enterococcus faecium,
- Escherichia coli,
- Klebsiella pneumoniae,
- Pseudomonas aeruginosa
- Acinetobacter species.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità In Italia, nel 2018, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per questi otto patogeni si mantengono più alte rispetto alla media europea (pur nell’ambito di un trend in calo rispetto agli anni precedenti). Le percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione (29%) e ai fluorochinoloni (42%) in Escherichia coli si sono confermate molto maggiori rispetto alla media europea, anche se in leggero calo rispetto agli ultimi anni.
“E’ possibile inoltre” continua Tavio “che in alcuni casi si faccia un uso sbagliato o non ottimale degli antibiotici”.
I costi dell’antibioticoresistenza
Si stima che l’antibiotico-resistenza costerà all’Italia 13 miliardi di dollari da qui al 2050. Il 90% del consumo di antibiotici è in regime di assistenza convenzionata, ovvero in seguito alla prescrizione del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta (rapporto AIFA 2019, relativo al consumo di farmaci antibiotici in Italia fino al 2017). È quindi soprattutto in questa “area prescrittiva” che si devono concentrare i maggiori sforzi di per rendere l’uso degli antibiotici più assimilabile a quanto avviene nel resto dell’Europa.
Cosa fare?
Per combattere la battaglia contro le malattie infettive di origine batterica servono gli antibiotici, non ci sono dubbi. Quindi è necessario che la ricerca metta il prima possibile a disposizione nuove molecole.
Tuttavia, questo potrebbe non essere sufficiente. Per combattere l’insorgenza di germi multiresistenti dovuta all’utilizzo degli antibiotici serve cultura, sensibilità e attenzione da parte di tutti, anche dei pazienti. Fondamentale evitare l’utilizzo di antibiotici, a meno che non sia necessario.