L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità del primo e unico principio attivo che agisce sul meccanismo alla base della vitiligine, malattia della pelle di natura autoimmune.
Il farmaco consente la repigmentazione della pelle dei pazienti sia sul viso che sul corpo.
È quanto è emerso dal Congresso SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse tenutosi in questi giorni, presieduto da Giuseppe Micali dell’Università di Catania e Luca Stingeni dell’Università di Perugia.
La vitiligine
La vitiligine è una malattia cronica molto visibile a causa delle caratteristiche macchie bianche sulla pelle. Ha un forte impatto dal punto di vista sociale, psicologico ed emotivo. In Italia sono circa 330mila le persone affette da questa condizione che, proprio per la sua natura autoimmune, si associa spesso ad altre problematiche, come le malattie tiroidee, le malattie infiammatorie croniche intestinali, il diabete e l’alopecia areata.
Gli studi sulla molecola
La molecola Ruxolitinib fa parte dei cosiddetti JAK inibitori, già utilizzati con successo in oncologia e in diverse malattie dermatologiche. I risultati degli studi clinici registrativi di fase III (TRuE-V1 e TRuE-V2) in più di 600 persone con vitiligine non segmentale, a partire dai 12 anni, hanno mostrato sicurezza ed efficacia della crema nel migliorare la repigmentazione della cute.
Il commento della SIDeMaST
“L’obiettivo primario dello studio – afferma Micali – era la repigmentazione del viso di almeno il 75% del viso, (obiettivi secondari la repigmentazione di almeno il 90% del viso e di almeno il 50% del corpo). A 6 mesi dall’inizio della terapia questi risultati sono stati raggiunti da una percentuale significativamente superiore nei pazienti che applicavano il farmaco rispetto a quelli trattati con una crema non medicata. Inoltre, la repigmentazione delle lesioni è proseguita fino alla fine del periodo di trattamento di 52 settimane con percentuali più alte sia sul viso che sul corpo. Dopo 1 anno di terapia tre pazienti su quattro trattati con il farmaco hanno avuto una repigmentazione di almeno il 50% delle lesioni del viso, uno su due di almeno il 75%, ed uno su tre di almeno il 90%.
Gli studi hanno inoltre dimostrato una buona tollerabilità da parte dei pazienti.
Fonte: ANSA