L’intervento di riduzione o eliminazione dei noduli può essere svolto con la chirurgia tradizionale oppure con la termoablazione, ovvero trattamenti mininvasivi con rilascio di energia termica.
I noduli della tiroide sono una patologia molto comune in Italia, specie nel genere femminile, ma nella maggior parte dei casi si tratta di forme benigne. Secondo l’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) solo il 5-10% dei noduli tiroidei risultano essere maligni ed è comunque possibile intervenire. Anche le forme benigne possono richiedere un intervento nel caso in cui determinino una leggera compressione con conseguente difficoltà nella deglutizione, una sensazione di soffocamento o di nodo alla gola.
L’intervento di riduzione o eliminazione dei noduli può essere svolto con la chirurgia tradizionale oppure con la termoablazione, ovvero trattamenti mininvasivi con rilascio di energia termica.
La scelta della termoablazione permette di intervenire sui noduli tiroidei con efficacia pari all’intervento chirurgico, ma con effetti collaterali ridotti. La termoablazione infatti non lascia cicatrici e nella maggior parte dei casi conserva la funzione della ghiandola tiroidea limitando quindi il numero di pazienti che devono intraprendere una terapia sostitutiva con ormone tiroideo a seguito dell’intervento. Le procedure di termoablazione inoltre possono essere eseguite anche in regime ambulatoriale e favoriscono una riduzione dei costi rispetto alla chirurgia tradizionale.
Gli interventi di termoablazione comprendono due tipologie di tecniche: il laser e la radiofrequenza. Con lo studio LARA sono state messe a confronto per la prima volta in assoluto l’efficacia delle due metodiche.
Lo studio è stato realizzato presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina in collaborazione con l’Università Campus Bio-Medico di Roma e i risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinological and Metabolism, una delle più importanti riviste di endocrinologia al mondo.
In base allo studio entrambe le metodiche raggiungono risultati rapidi e duraturi nel tempo con una sola seduta, ma la radiofrequenza riduce il volume del nodulo del 70% dopo un anno dal trattamento mentre il laser raggiunge il 60% dopo lo stesso tempo.
“Lo studio LARA è il primo al mondo che ha messo a confronto le due metodiche. Possiamo dire che entrambe sono efficaci con effetti collaterali limitati – spiega il dott. Andrea Palermo, responsabile del servizio di patologia tiroidea dell’area di Endocrinologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico – Possono ridurre il tasso di operazioni chirurgiche per patologie benigne. I noduli che sembrano rispondere meglio alle tecniche ablative sono quelli solidi o misti con prevalente componente solida”.
Fonte: https://www.unicampus.it/risorse-e-uffici/press-media/archivio-comunicati/archivio-comunicati/111771-termoablazione-dei-noduli-tiroidei-uno-studio-italiano-valuta-la-tecnica-piu-efficace