L’annuncio arriva dall’Istituto Superiore di Sanità: nasce ViVa, la biobanca di ricerca all’avanguardia che conterrà 5 milioni di campioni umani, animali e ambientali.
Viva sarà una delle più grandi biobanche di ricerca italiane. Potrà contenere campioni biologici di vari tipi: umani, animali e ambientali, secondo i più alti standard qualitativi. Consentirà una ricerca trasversale che tenga conto di tutti i fattori che determinano la nostra salute.
La biobanca
La biobanca, che ha una struttura di circa 700 metri quadri, è collocata nell’area dell’Istituto Superiore di Sanità. Sarà pronta nella prima metà del 2024 e potrà contenere fino a 5.000.000 di campioni. Verrà realizzata in collaborazione con SIAD, uno dei principali gruppi chimici italiani, che ha sviluppato per ISS l’intero progetto.
ViVa disporrà di aree dedicate, dotate di tecnologie e attrezzature avanzate per la preparazione, l’analisi e la conservazione dei campioni e dei relativi dati, in grado di farne un punto di riferimento per la ricerca biomedica.
“Le biobanche sono uno strumento indispensabile per la ricerca presente e futura e questa realizzazione, grazie al supporto di SIAD, contribuirà a mantenere ISS e la sanità pubblica italiana all’avanguardia – afferma Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – poiché è progettata e realizzata con le migliori tecnologie. Una biobanca di questo livello, inoltre, che garantisce una perfetta conservazione dei campioni biologici e dei dati ad essi correlati, attraverso l’applicazione degli standard più alti di qualità – conclude – è il presupposto fondamentale per la qualità e l’affidabilità della ricerca che ne deriva”.
La struttura
L’intera struttura sarà suddivisa in tre aree:
– una destinata ai campioni raccolti secondo gli standard che garantiscono la massima qualità del campione;
– una seconda area alla conservazione di campioni storici, ossia quelli già raccolti, che non sempre posseggono tutti i requisiti di qualità ma che potrebbero rappresentare comunque un importante patrimonio informativo per future ricerche;
– la terza è invece un’area definita disaster recovery, destinata a ospitare per periodi transitori campioni da altre strutture che affrontano situazioni di criticità.
La sostenibilità ambientale
La biobanca ViVa garantisce i più alti standard di sostenibilità ambientale, attraverso tecnologie di gestione intelligente e l’utilizzo di energie rinnovabili che aiutano a ridurre l’impatto ambientale della struttura. La progettazione, inoltre, consente una flessibilità e una modularità in grado di renderla adattabile alle diverse esigenze di ricerca e alle tecnologie in evoluzione.
Cosa è una biobanca di ricerca?
Le biobanche di ricerca sono infrastrutture nelle quali il materiale biologico e i dati associati sono raccolti, processati, custoditi e distribuiti per scopi di ricerca. I campioni biologici e i dati associati sono il materiale di elezione per la ricerca biomedica, la tutela della salute e le sfide della biotecnologia. Per questo la qualità e idoneità all’uso dei materiali biologici sono essenziali per garantire risultati attendibili e affidabili.
Il prelievo, lo stoccaggio, l’analisi e la conservazione devono rispondere a requisiti di qualità definiti da norme, standard tecnici e linee guida di buona pratica.
A seconda della tipologia e degli scopi a cui è destinato il materiale biologico, la conservazione può avvenire a diverse temperature. Ad esempio, molti materiali biologici vengono conservati a una temperatura che va dai -150 ai -190°C, o in freezer alla temperatura di -80°C, condizioni che richiedono l’impiego di tecnologie all’avanguardia per poter garantire le qualità e tracciabilità del materiale biologico.
In Italia oggi esistono numerose biobanche di ricerca, per lo più presenti in ospedali, IRCCS, enti di ricerca, molte delle quali partecipano al Nodo Nazionale (www.bbmri.it) dell’infrastruttura di ricerca europea delle Biobanche e delle Risorse BioMolecolari (BBMRI-ERIC), una infrastruttura di ricerca istituita grazie al supporto congiunto del Ministero dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute, e dell’impegno del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto Superiore di SanitàHealth.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità