L’epidemia di coronavirus è una vera e propria emergenza la cui portata e i cui sviluppi sono solo parzialmente prevedibili, tuttavia, va sottolineato che, per ora, per il nostro Paese è di limitato rilievo clinico.
Non che il problema sia da sottovalutare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato l’emergenza globale, non e’ possibile immaginare quanto grande sarà questa epidemia e quindi bisogna essere preparati ad affrontarla.
I medici e le Istituzioni italiani, tuttavia, rassicurano la popolazione: l’attenzione è massima e tutte le figure professionali sono attivate per tutelare la salute della popolazione.
L’identikit del coronavirus
“I coronavirus (CoV)”, si spiega sul sito EpiCentro dell’Istituto Superiore di Sanità, “sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie”.
I sintomi più frequentemente riportati nell’infezione umana sono stati febbre alta, affaticamento, tosse secca e difficoltà respiratorie con un range clinico-sintomatologico molto variabile, che va da quadri abbastanza blandi a casi di gravi polmoniti, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. Il tempo di incubazione è di 14 giorni.
La storia del nuovo coronavirus
Il nuovo coronavirus, identificato a fine dicembre nella città di Wuhan, sarebbe stato trasmesso in una prima fase da animale a uomo e poi da uomo a uomo attraverso la saliva, amplificando il rischio di contagio in spazi ristretti. L’Università di Pechino ha individuato dapprima nei serpenti, poi nel pipistrello e/o nel visone il veicolo di trasmissione.
La Task-force del Ministero della Salute
La task-force coronavirus (2019-nCoV) del Ministero della Salute è allertata e attiva: proseguono regolarmente i controlli e il monitoraggio è costante. Rafforzata ulteriormente la sala operativa che risponde con medici e professionisti sanitari al numero verde 1500 attivo 24 ore su 24.
L’Italia si muove in linea con linee guida dell’OMS.
No agli allarmismi
La Società Italiana di Terapia Antinfettiva, sul tema dell’epidemia in Cina da coronavirus 2019 n-CoV (SITA), raccomanda di evitare gli allarmismi.
I numeri del nuovo coronavirus 2019 n-CoV destano preoccupazione nell’opinione pubblica, ma vanno letti e analizzati con attenzione.
Per capire quanto sia aggressivo questo nuovo virus è necessario mettere i dati a confronto con quelli di altri due coronavirus che hanno causato epidemie diffuse nel recente passato: quello della SARS del 2003 e quello della sindrome respiratoria mediorientale (MERS) tra il 2013 e il 2019.
La SARS ha provocato 813 decessi su 8.400 casi, con una mortalità quindi del 10% circa, mentre la MERS ha colpito 2.500 persone causando 858 decessi, con un indice di letalità del 30%.
Stando ai numeri attuali – che vanno comunque considerati con la dovuta cautela perché al momento l’unica fonte di informazione sono i media e le istituzioni cinesi – il tasso di mortalità del coronavirus 2019 n-CoV si attesterebbe poco sopra al 2%.
“Stiamo assistendo a numeri limitati, con sporadici casi di trasmissione interumana al di fuori della Cina, soprattutto se li paragoniamo all’epidemia di un qualsiasi virus influenzale nel nostro Paese, con milioni di casi da dicembre ad oggi” dichiara Matteo Bassetti, Professore ordinario di Malattie Infettive e Direttore della Clinica Malattie Infettive, Ospedale San Martino di Genova, Presidente della SITA “oppure se consideriamo l’impatto delle polmoniti che curiamo nei nostri ospedali.
È opportuno ricordare che la polmonite batterica, prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali, provoca ogni anno 11.000 decessi solo in Italia e che nel nostro Paese ogni anno circa 5.000 persone muoiono a causa di complicanze respiratorie da influenza”.
In Italia, le procedure sanitarie di contenimento sono pronte
In Italia sono state adottate tutte le procedure sanitarie di contenimento e di gestione: il nostro Paese è perfettamente attrezzato con reparti di malattie infettive di altissimo livello, dotati di stanze a pressione negativa dove, qualora necessario, si possono ricoverare in isolamento i pazienti con coronavirus.
I laboratori di virologia e microbiologia, inoltre, sono già attrezzati per poter effettuare lo screening e capire rapidamente se una persona è stata contagiata.
“Il sistema sanitario per la gestione delle malattie infettive è pronto, rodato e maturo” continua Matteo Bassetti “il messaggio per la popolazione è quello di stare tranquilli perché al momento non esiste alcun motivo per agitarsi. La situazione va vigilata attentamente ed è bene tenere alta la guardia sugli eventuali casi sospetti provenienti dalle aree epidemiche, ma non bisogna creare allarmismi.
Non andare più al ristorante cinese per la paura infondata che questo virus si trasmetta attraverso il cibo o rinunciare a un viaggio in un luogo non considerato a rischio sono comportamenti a mio parere eccessivi.
Il rischio vero è quello di dare troppa enfasi a qualcosa che in realtà è molto lontano da noi e poco o per nulla pericoloso, sottovalutando problemi veri e tangibili come l’epidemia influenzale, che non è ancora del tutto passata e rappresenta, questa sì, un vero pericolo per le categorie a rischio”.
Una task force tra medici di famiglia e infettivologi
In azione anche una task force di Infettivologi e Medici di Medicina Generale per assistere cittadini e operatori sanitari. La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) hanno infatti unito le forze e si sono coordinate per garantire ancora di più la sicurezza, per monitorare e trattare gli eventuali casi di effettiva malattia da nuovo Coronavirus, ma anche di intervenire in modo appropriato nella comunicazione con il paziente e i relativi contatti.
“I Medici di Medicina Generale rappresentano lo strumento primario e capillare di informazione nei confronti di tutti i cittadini del nostro Paese e nello stesso tempo i mediatori più affidabili tra la popolazione generale da una parte e l’autorità sanitaria locale e i Centri Specialistici dall’altra” sottolinea il Professor Claudio Cricelli, Presidente SIMG.
“Se il virus dovesse effettivamente sbarcare nel nostro Paese e causare un’epidemia autoctona in grado di automantenersi, i Medici di Medicina Generale e gli Infettivologi saranno i professionisti più direttamente coinvolti nella gestione dei casi e dei contatti” precisa il Presidente SIMIT Marcello Tavio. “Questa infezione infatti nelle prime fasi si manifesta come una semplice influenza e quindi è estremamente probabile che il paziente colpito cerchi le cure del proprio medico di famiglia; siccome però questo coronavirus sembra capace di provocare, soprattutto nei pazienti più fragili, una polmonite in una quota significativa di casi, i MMG si troverebbero nella necessità di riferire il paziente alla struttura infettivologica di riferimento senza dover passare dal Pronto Soccorso, per ovvi motivi”.
Coronavirus: come difendersi?
Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette da coronavirus comuni guarisce spontaneamente.
La trasmissione può avvenire da una persona all’altra, attraverso:
- la saliva, tossendo e starnutendo
- contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose)
- toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi
- contaminazione fecale (raramente).
Per prevenire e ridurre il rischio di infezione, l’Istituto Superiore di Sanità consiglia alcuni accorgimenti:
- lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche
- starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso
- utilizzare una mascherina se raffreddati
- gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso
- evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate
- evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostri sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti)
- rimanere a casa se si hanno sintomi
- fare attenzione alle pratiche alimentari (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate)
- è bene pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate.
Bibliografia e fonti
WHO declares the new coronavirus outbreak a Public Health Emergency of International Concern. WHO
Coronavirus. Epicentro. ISS.
Coronavirus 2019-nCoV, Speranza: grazie ai medici in campo per controlli e call center 1500. Ministero della Salute
Comunicati stampa SIMG, SITA, SIMIT