Il Natale dovrebbe essere la festa dell’anno più attesa ed amata, sia dai più piccoli che dai più grandi; se non fosse che per i più piccoli è davvero un periodo magico e festoso, regali, niente scuola, giornate trascorse con gli amici e con i parenti, scorpacciate di cose buone e appetitose etc., mentre per i grandi è il periodo con maggiore stress, considerate le corse per comprare tutti i regali (cercando di non dimenticare nessuno), che devono essere significativi e non banali, visite ai parenti, auguri da inviare, organizzare cenoni, pranzi e feste varie, in pratica si arriva a pensare che andare a lavoro, non è poi così malaccio e che sarebbe sicuramente più rilassante.
Tutto questo tram tram di pensieri e di gesti, però, non si racchiude solo nel lasso di tempo che va da Natale all’epifania, ma inizia parecchio prima; difatti i primi segnali dello stress sono stimolati e insorgono quando per tv trasmettono le pubblicità di pandori e panettoni, già da inizio novembre. Da quel periodo in poi, nascono i primi pensieri ”questo natale mi troverà preparato”, ”questa volta mi comporterò diversamente”, ”ma tanto non sento l’aria natalizia quest’anno”, ”i miei regali saranno pochi ma buoni’‘ e così via, per poi capire che ci si è presi solo in giro, aumentando così lo stress. Certo sono i buoni propositi che ognuno si fa cercando, poco inconsapevolmente, di allontanare lo stress; ma sono propositi fallimentari se non si cerca un vero e proprio punto di rottura, con le abitudini e le tradizioni passate.
A questo punto è necessario soffermarsi da cosa, in realtà, scaturisce lo stress. Lo stress è generato dalle situazioni spiacevoli o poco gradite che ci si trova ad affrontare, le riunioni con parenti che non si vedono per la maggior parte dell’anno (spesso capita di vederli solo in queste circostanze), rapporti che spesso sono ridotti a pura formalità o inesistenti che devono essere vissuti, all’apparenza, come incontri colmi di affetto e felicità, regali a persone di cui non importa nulla, regali che dovranno speciali per le persone a cui si vuol bene, organizzare cene stando attenti a tutti i gusti dei commensali e facendo risultare il proprio menù, il più originale di tutti ed il più gustoso, si ha la voglia di rimanere impressi nella mente delle persone per i futuri 365 giorni etc.
Ma facendo una piccola riflessione, si capisce che tutto questo stress parte solo ed esclusivamente dalla mente, dal desiderio di primeggiare, dalla voglia di fare il miglior regalo o quello perfetto; dalla voglia di non deludere le aspettative altrui; dalla voglia di non rovinare l’atmosfera ma di voler contribuire a tutti i costi a renderla ancora più magica (se fosse possibile).
Insomma le proprie emozioni devono essere cosparse di tanto miele e zucchero a velo, poco importa se i comportamenti adottati ed espressi saranno artificiali, a Natale, si sa, si può fare di più e si può amare di più. E’ quest’ultima frase a racchiudere il vero significato dello stress: “Lo stress nasce sempre da una relazione distorta con la realtà, dall’abitudine a spendere l’energia all’esterno, adeguandosi alle richieste che vengono da fuori, anziché investirla per stare bene soprattutto con se stessi”; ci si impegna a raggiungere mille obiettivi al posto di incamerare l’energia e usarla per se stessi. Beh si, oltre ad essere tanto magnanimi e prodighi verso gli altri, bisognerebbe prima pensare un pochino a se stessi, al proprio benessere e poi si pensa alle persone da cui si è circondati!
L’unica soluzione in questo caso è rivoluzionare tutto rimanendo se stessi, se il regalo non è costoso e poco originale poco importa, l’importante è che sia stato pensato per la persona e faccia sentire la propria vicinanza e l’affetto a chi lo riceve (il regalo non è altro che uno scambio di onorificenze per siglare un riconoscimento reciproco tra le diverse persone); le interminabili riunioni con i familiari, visite, cene e pranzi con persone che a malapena si conosce, si possono bypassare o con una cena fuori, con un viaggio, con dei giochi improvvisati durante la serata, o altro (se poi proprio non va giù sfogarsi col cibo, in quel caso,è la migliore delle soluzioni). Lo stesso vale per il menù, per prima cosa vanno scelti i piatti in base ai propri gusti, che non siano troppo elaborati, considerato che in genere i commensali son tanti, che siano rodati e soprattutto se non si ha tempo chiedere che ogni ospite porti qualcosa; si può sempre usare la scusa che il Natale è un modo per stare tutti insieme, non un modo per mangiare all’infinito. Per il resto bisogna osservare i bambini ed imparare da loro, con che leggerezza vivono il rapporto col cuginetto che non vedono da tanto tempo o che magari non conoscono, e con che sorriso e gioia, donano alla persona amata (o anche ad una persona conosciuta da 5 minuti), qualcosa che sia loro, che sia un pezzo di carta con su scritto ”ti voglio bene” o un pupazzetto o un qualsiasi oggetto, che spesso non ha neanche un valore reale; alla fine tramite questi gesti si vede e si percepisce, la vera magia del Natale e quindi, la voglia di stare insieme agli altri e il piacere della condivisione.
Insomma bisogna fare solo ciò che si sente, ciò che fa stare bene e in allegria, e dare un taglio a tutte quelle situazioni così odiose, quest’ultima cosa fa sì che lo stress sia trasformato nella sua declinazione migliore, diventando eustress. Se poi dopo essersi ricaricati (si perché il natale corrisponde, per i più, a periodi di vacanza), dopo aver pensato solo a se stessi e aver pensato alle persone veramente care, rimane altra energia, allora davvero ci si può augurare, semplicemente:
Buon Natale!