Le cause dell’endometriosi sono ancora sconosciute, ma di certo dipendono da un insieme di fattori, sia genetici sia ambientali.
La teoria più affermata, al momento, ipotizza che la presenza di cellule endometriali nella cavità peritoneale sia dovuta alla cosiddetta mestruazione retrograda, cioè alla migrazione in senso inverso, durante il flusso mestruale, di piccole quantità di sangue e di cellule endometriali, cioè cellule di sfaldamento dell’endometrio. Queste cellule endometriali, risalendo le tube, s’impianterebbero a livello delle ovaie o nel peritoneo.
Probabilmente la migrazione retrograda è presente in tutte le donne, ma solo in alcune un difetto ormonale o del sistema immunitario – attraverso l’attivazione dei macrofagi (elementi del sistema immunitario) – permetterebbe a queste cellule endometriali migranti di radicarsi e di crescere sotto l’influsso degli estrogeni.
A loro volta, i macrofagi attivati nella cavità peritoneale causano un aumento di radicali liberi e il conseguente stress ossidativo.
Alti livelli di radicali liberi incidono negativamente anche sulla fertilità. Lo stress ossidativo è riconosciuto come uno dei fattori patogenetici dell’infertilità legata a varie cause, fra cui l’endometriosi. Normalmente, le cellule del sistema immunitario come i macrofagi sono attratte chimicamente dalle cellule endometriali e dai tessuti che possono giungere nella cavità peritoneale durante le mestruazioni, e li attaccano eliminandoli efficacemente. Invece, nelle donne con endometriosi, i macrofagi peritoneali non aderiscono alle cellule e non sono quindi in grado di eliminarle.