Al via in Lombardia il programma di screening gratuito per la prevenzione del tumore alla prostata, rivolta ai cittadini dai 50 ai 70 anni.
Si tratta di una “iniziativa unica in Italia” ha sottolineato alla presentazione l’assessore al Welfare della Lombardia Guido Bertolaso. noltre, segue le raccomandazioni della Commissione Europea e dei documenti nazionali di indirizzo in tema di screening oncologici. Il protocollo approvato da Regione Lombardia delinea gli indirizzi tecnico organizzativi da seguire.
A chi è rivolto e come aderire
Nella fase iniziale, il reclutamento sarà attivo in tutta la Regione, a partire dagli uomini con 50 anni di età – perciò chi è nato nel novembre 1974. A seguire, l’invito ad aderire allo screening sarà esteso a tutte le fasce di età sino a 69 anni.
Per aderire è necessario anzitutto accedere al Fascicolo Sanitario Elettronico di Regione Lombardia e compilare un questionario anamnestico sulla storia familiare e personale. Una volta determinata l’idoneità,si potrà effettuare il test del PSA. Si tratta di un semplice esame del sangue, ed è sufficiente recarsi in uno dei laboratori aderenti all’iniziativa. L’esame è gratuito e non richiede l’impegnativa del medico.
Quello alla prostata è uno dei tumori con maggiore incidenza.
Lo screening non si rivolge a chi nei 2 anni precedenti ha fatto il test e chi nei precedenti cinque anni si è sottoposto ad alcuni esami diagnostici specifici (biopsia prostatica, eco trans-rettale, TAC e RM addome/total body) e nemmeno a chi ha già avuto una diagnosi di tumore maligno della prostata o presenta una mutazione genetica, già diagnosticata in precedenza, che predispone allo sviluppo di tumori e per cui è necessaria una presa in carico dedicata.
“In Italia ci sono oltre nuovi 40.000 casi l’anno di tumore alla prostata – ha spiegato il direttore generale Welfare Cozzoli – di questi 6.500 nella nostra regione”. “Grazie a questo programma – ha proseguito Bertolaso -, possiamo individuare tempestivamente eventuali tumori alla prostata, offrendo maggiori possibilità di trattamento e di guarigione, riducendo la necessità di trattamenti invasivi D’altronde “la tecnologia ha fatto passi da gigante in particolare sulla robotica urologica ma la diagnosi precoce – ha concluso Aldo Bocciardi, direttore di Urologia all’ospedale Niguarda di Milano – è fondamentale per una terapia sempre meno invasiva“.
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