Importante passo avanti della ricerca italiana nella cardiologia interventistica: l’ipnosi, nei pazienti con fibrillazione atriale sottoposti ad ablazione cardiaca, rappresenta un ottimo adiuvante della terapia farmacologica analgesica.
Il nuovo protocollo di cura è stato presentato a Milano a oltre 150 cardiologi interventisti italiani nel corso dell’evento “Ipnosi e Cardiologia Interventistica” organizzato dall’Istituto Franco Granone – Centro italiano Ipnosi Clinico Sperimentale, e dall’Azienda Sanitaria Locale di Asti.
I risultati dello studio indicano come l’ipnosi possa essere usata con successo come terapia analgesica aggiuntiva nei pazienti sottoposti a procedure di elettrofisiologia ed emodinamica quali ablazioni, studi elettrofisiologici e impianti di pacemaker e defibrillatori.
Un miglior un miglior controllo del dolore e dell’ansia
“Pur considerando che si tratta di interventi di cateterismo cardiaco per via percutanea, va detto che l’ablazione cardiaca effettuata con la tecnica della radiofrequenza produce bruciature del tessuto cardiaco che provocano dolore” dichiara Marco Scaglione, direttore della S.O.C. di Cardiologia dell’Ospedale “Cardinal Massaia” di Asti.
“Inoltre l’ablazione transcatetere richiede l’utilizzo di sistemi di mappaggio tridimensionale delle camere cardiache dove diventa fondamentale l’immobilità del paziente. Per questi motivi, tenendo conto che la durata delle procedure può arrivare anche a tre ore, è necessario tenere il paziente con un livello di sedazione tale da renderlo immobile e da permettergli un controllo del dolore.
A tale scopo, in molte nazioni europee e spesso in America, queste procedure vengono praticate in narcosi, che può essere gestita anche dall’elettrofisiologo, mentre in Italia questo richiede l’ausilio di anestesisti e quindi, a seconda delle disponibilità dei diversi ospedali, si opta per una sedazione più o meno profonda. Su queste basi, l’ingresso della comunicazione ipnotica come adiuvante della terapia farmacologica analgesica permette di ottenere un miglior controllo del dolore e un’azione sull’ansia e sul vissuto procedurale del paziente che non vuole essere alternativo ma complementare al supporto anestesiologico”.
I risultati dello studio, tutto italiano
Sono stati arruolati 140 pazienti con Fibrillazione Atriale indirizzati all’ospedale per la prima procedura di ablazione del catetere. Si tratta del più grande studio osservazionale sul ruolo della comunicazione ipnotica nei pazienti sottoposti alla procedura di ablazione cardiaca.
A presentarlo, i cardiologi dell’Ospedale “Cardinal Massaia” di Asti, diretti dal dottor Marco Scaglione.
Dai risultati emerge che:
- lo stato ipnotico è stato raggiunto mediamente dopo 4 minuti
- l’ipnosi ha successo nel 97% dei casi
- la procedura di cardiologia interventistica risulta indolore nel 78% dei casi
- l’ansia della procedura si riduce dell’83%
- il paziente ha l’impressione che l’intervento duri meno (del 30% rispetto alla durata effettiva) migliorando così il suo vissuto.
Con la comunicazione ipnotica tutti i pazienti hanno effettuato la procedura con una dose minore di farmaci analgesici, terapia che invece è stata necessaria nel 56% di coloro che non erano stati ipnotizzati e in due pazienti si è dovuto ricorrere alla narcosi profonda per il controllo del dolore.
Nessun paziente del gruppo di ipnosi ha avuto bisogno di supporto ventilatorio o di anestesia con sedativi maggiori al contrario dei pazienti appartenenti al gruppo “convenzionale”.
Tali risultati potrebbero comportare anche una riduzione dei costi procedurali. Inoltre, l’ipnosi si è dimostrata sicura con la medesima percentuale di successo e lo stesso tempo totale di procedura.
L’ipnosi, una strategia efficace nel controllo del dolore in chirurgia
“Negli ultimi anni, l’ipnosi sta emergendo come una strategia efficace per il controllo del dolore durante le procedure chirurgiche e rappresenta un protocollo ben consolidato in altre branche della medicina” afferma il dott. Marco Scaglione.
“Assoluta novità a livello internazionale è l’utilizzo nel campo cardiologico. Con oltre 300 procedure effettuate dal nostro centro, oggi sappiamo che l’ipnosi condotta da un terapista qualificato o da un operatore sanitario è una pratica efficace, sicura e senza effetti avversi.
Nel nostro studio, la comunicazione ipnotica ha portato a una procedura indolore in tre quarti dei pazienti con riduzione dell’ansia intra-procedurale e della durata percepita della procedura.
Una svolta epocale nello svolgimento di questi interventi.
La metodica si basa sul potere neurolinguistico della parola per cui il paziente viene “portato”, grazie alla comunicazione verbale, in una dimensione piacevole che permette lo svolgimento dell’intervento in pieno rilassamento e benessere”.
La Divisione di Cardiologia di Asti è la prima al mondo ad aver strutturato una modalità operativa che prevede l’utilizzo dell’ipnosi come coadiuvante alla terapia analgesica nelle procedure di cardiologia interventistica che vengono effettuate presso i laboratori di elettrofisiologia e di emodinamica.
L’ipnosi è una strategia terapeutica efficace per il controllo del dolore
I pazienti che devono essere sottoposti ad una procedura interventistica cardiologica hanno la necessità di rimanere fermi, immobili durante l’intervento e normalmente la procedura può essere dolorosa e faticosa da sopportare. Il normale utilizzo dei farmaci sedativi spesso porta anche a dissociare completamente il paziente che quindi, come effetto paradosso, non riesce a controllare l’immobilità. Queste procedure vengono eseguite a un numero sempre maggiore di pazienti tra cui anche anziani, e proprio questi ultimi potendo avere comorbidità che potrebbero controindicare l’uso di farmaci specifici o sedazione profonda possono trovare nell’ipnosi un’alternativa importante.
La comunicazione ipnotica
Lo stato ipnotico viene indotto prima di applicare il telo sterile al paziente sul letto chirurgico. L’operatore può usare, a sua discrezione, la tecnica di messa a fuoco interna (focalizzando l’attenzione del paziente su una percezione interna come la respirazione) o la tecnica di messa a fuoco esterna (concentrando l’attenzione del paziente verso un punto di interesse visibile, esterno).
Il passaggio successivo consiste nel dare suggerimenti al paziente con l’obiettivo di abbassare il suo pensiero critico, portandolo a uno stato mentale modificato (para-fisiologico) con rilassamento muscolare e respiro regolare, guidando la sua mente verso un luogo o una situazione piacevole.
Dall’esterno il paziente sembra addormentato ma dall’interno la sua mente è vigile e sveglia. Durante la procedura l’operatore rafforza e consolida questo stato interagendo verbalmente con il paziente.
Avvicinandosi alla fine della procedura, prima di riorientare il paziente, l’operatore fornisce suggerimenti post-ipnotici al fine di affrontare il dolore post-procedurale e / o ulteriori capacità di autoipnosi.
Al termine della procedura, con il paziente ancora sul letto chirurgico, lo stesso operatore di ipnosi guida l’uscita dallo stato ipnotico, ritornando in contatto con il momento presente (riorientamento).
Un ulteriore vantaggio dell’utilizzo della comunicazione ipnotica sta nel fatto che il paziente può essere istruito sulla capacità di autoindursi lo stato di ipnosi (autoipnosi) per trarre beneficio da questa tecnica in diverse situazioni della sua vita futura, ad esempio per cure dentali, rilassamento, antistress, ecc.
Bibliografia
Scaglione M et al. Hypnotic communication for periprocedural analgesia during transcatheter ablation of atrial fibrillation. IJC Heart & Vasculature 2019;24.