Trattamento personalizzato dell’ipertensione arteriosa. L’efficacia del controllo pressorio migliora se il medico di medicina generale segue il paziente ad alto rischio in collaborazione con lo specialista.
Un recente studio italiano (Tocci et al.) del 2015 ha rilevato come il controllo dell’ipertensione arteriosa raggiunga ancora percentuali troppo basse di pazienti ipertesi, circa il 37%. Tuttavia da tale studio provengono anche segnali positivi. Gli Autori hanno registrato i risultati di studi osservazionali e indagini cliniche, dal 2005 al 2011, su una grande popolazione di ipertesi rappresentante in Italia. Da tale analisi è stato rilevato un miglioramento del trattamento dei pazienti ipertesi negli ambulatori dei medici di medicina generale. Un’analisi precedente degli stessi Autori, condotta nel 2007, aveva osservato che il controllo della PA era un po’ migliore se il paziente veniva seguito dallo specialista, rispetto al medico di base, nel raggiungimento del target (<140/90 mmHg). Oggi la tendenza sembra cambiare rotta, osservando una sostanziale riduzione dei livelli di PA nel gruppo di pazienti seguiti dai medici di medicina generale (in media, da 154,1/90,9 a 143,5/84,8 mmHg), mentre nel gruppo dei pazienti seguiti da centri dedicati all’ipertensione la situazione è rimasta pressoché invariata (in media, da 147,2/89,6 a 146,5 /88,5 mmHg). Sono diverse le spiegazioni ipotizzate per spiegare questo dato, tra esse la disponibilità di linee guida più aggiornate e precise e il maggiore uso di supporti elettronici e automatizzati per il monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore e a domicilio.
La stabilità del risultato rilevata nell’ambito dei centri dedicati all’ipertensione va invece soprattutto riferita al fatto che presso tali centri accede una maggiore percentuale di pazienti con una più alta prevalenza di ulteriori fattori di rischio cardiovascolare e un più elevato profilo di rischio cardiovascolare: obesità, fumo, dislipidemia, diabete.
Questa indicazione è di particolare importanza per le politiche sanitarie in Italia, perché può implicare l’opportunità di una corretta selezione dei pazienti ipertesi ad alto rischio, da orientare verso centri dedicati.
Tocci G, Ferrucci A, Pontremoli R, et al. Blood pressure levels and control in Italy: comprehensive analysis of clinical data from 2000-2005 and 2005-2011 hypertension surveys. J Hum Hypertens 2015;29:696-701.